Oggi al lavoro ho scritto questo. Fra poco capiremo se Anonymous bluffava, seminava di proposito falsi bersagli e soprattutto se Julian Assange ce la farà a evitare l’estradizione in Svezia. Da quel che ho potuto vedere al processo di primo grado mi pare quasi impossibile. Ma chissà. Magari i nuovi avvocati ci prendono di più.
Julian Assange torna in tribunale e gli hacker di Anonymous tornano sul sentiero di guerra. Domani, infatti, proprio mentre il boss di WikiLeaks varcherà gli augusti cancelli della Royal Court of Justice per il processo d’appello contro l’estradizione in Svezia, dove è accusato di stupro, i cyber-guerrieri di Anonymous potrebbero scatenare l’inferno attaccando la rete informatica di Scotland Yard e del sistema giudiziario britannico. “Sarà il giorno più importante nella storia di Anonymous”, hanno fatto sapere alcuni attivisti che contano.
Il gruppo, stando a quanto è riuscito a ricostruire il Guardian, è intenzionato a far sentire la propria rabbia sia per lo scandalo News International – intercettazioni illegali ma anche il tentativo di acquisizione del 100% di BSkyB – che per il trattamento riservato al boss di WikiLeaks, che ormai da 216 giorni è ‘prigioniero’ nella magione del Norfolk. “Tenetevi pronti: sarà roba esplosiva”, ha messo in guardia Sabu, principe degli hacker di Anonymous – ha violato siti della CIA e della Serious Organised Crime Agency britannica – attraverso un account Twitter a lui riconducibile. Si vedrà. Di certo c’è che Julian Assange domani sarà assistito da un nuovo team legale: Gareth Peirce, di Birnberg Peirce & Partners, e Ben Emmerson di Matrix Chambers. Ovvero due avvocati agguerriti, celebri ed esperti. La Peirce, ad esempio, è una vera e propria star nel settore dei diritti civili.
Tra i casi eccellenti da lei trattati, infatti, si conta quello di Jean Charles de Menezes, il giovane brasiliano ucciso per errore da Scotland Yard in seguito agli attentati alla metropolitana di Londra del luglio 2005. Il suo nome, però, è senza dubbio legato alla vicenda dei “Guildford Four”, il processo che scagionò, nel 1989, quattro militanti dell’IRA coinvolti in un attentato. La storia fece scalpore e fu d’ispirazione per il film “Nel Nome del Padre” – a interpretare i panni della Peirce fu Emma Thompson. Emmerson, invece, è uno specialista nel campo dei diritti umani in Europa oltre che nelle contese sui casi di estradizione e di crimini a sfondo politico. La squadra è insomma meglio assortita rispetto al processo di primo grado: il team legale precedente, infatti, era specializzato nei contenziosi su media e giornalismo.
Il processo di appello alla Royal Court of Justice durerà due giorni, il 12 e il 13 luglio. A giudicare saranno i giudici Lord Justice Thomas e Mr Justice Ouseley. Se il verdetto dovesse essere sfavorevole nei confronti del capo di WikiLeaks, i suoi avvocati potrebbero decidere di fare istanza alla Corte Suprema – l’azione è considerata “probabile”. Ma non è detto che l’appello venga in quel caso automaticamente concesso. È infatti il giudice che deve stabilire l’opportunità o meno di un ulteriore procedimento legale: Assange, dovesse perdere la partita, verrà trasferito in Svezia entro 10 giorni dalla sentenza definitiva.