La notizia è la seguente: l’agenzia di rating cinese Dagong ha declassato il giudizio sul debito USA portandolo da A+ ad A con outlook negativo.
I cinesi non sono stati convinti da Obama e dal Congresso e considerano gli Stati Uniti ancora a rischio di insolvenza senza aver varato riforme strutturali, in pratica rimandare il problema di sei mesi o un anno non è una soluzione, è solo un modo di non affrontare la realtà ora perchè il processo democratico, il dibattito, non permette di decidere misure più risolutive, come l’innalzamento delle tasse per i più ricchi, per esempio e non solo tagli sostanziali alla spesa.
Dovremo abituarci a sentir parlare spesso dell’agenzia di rating cinese Dagong che darà maggiore peso alla “capacità di creare ricchezza” e alle riserve in valuta estera rispetto al metro adottato da Fitch, Standard & Poor, o di Moody.
Quindi tirare a campare non sarà più una soluzione ammissibile, ma deprecabile.
E l’Europa che fa? sempre più spesso si limita a lamentarsi dei giudizi delle tre agenzie americane, a volte fin troppo tempestivi, spesso anche a borse aperte, e in tanti anni non siamo stati capaci di creare una struttura indipendente Europea.
Fino a che l’Europa resterà a guardare e continuerà a non dotarsi di strumenti comuni efficaci e reali, come nella definizione della politica estera, nella difesa, nelle politiche si sviluppo e di pianificazione economica, etc., non potremo pretendere di essere rispettati ed ascoltati nei contesti globali.
I paesi emergenti contano il 75% della popolazione mondiale e conservano 8400 miliardi di USD di riserve valutarie (di cui 3200 sono in Cina) sentono che è tempo di prendere il timone in mano.
Non dovremo quindi meravigliarci se il BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) si riunisce e inizia a prendere decisioni importanti senza sentirsi in dovere di rendere conto al mondo “evoluto” ma sicuramente non più tanto ricco e felice.