■ Chi è Paul Marsden?
Intervistato.com apre con la prima intervista a Paul Marsden, esperto di social media marketing.
Abbiamo chiesto a Paul di spiegarci qual è lo stato dell’arte per quanto riguarda il social commerce, un argomento caldo soprattutto in questo periodo. Secondo Marsden i prodotti si propagano attraverso un meccanismo di passaparola e imitazione, dunque una prima forma di commercio “sociale” usando piattaforme online si configurerebbe quindi come un’evoluzione naturale del commercio tradizionale. Paul ha anche spiegato le differenze tra Facebook commerce, mobile commerce e servizi basati sulla geolocalizzazione, che permettono di avere contenuto contestualmente rilevante usando un dispositivo mobile dotato di GPS.
Anche la questione della “democratizzazione” interna delle aziende attraverso l’utilizzo di piattaforme sociali interne orizzontali è stata affrontata con Paul che ha illustrato la sua visione, mettendo da una parte l’innegabile vantaggio di avere uno strumento che permetta alle buone idee di emergere, e dall’altro la necessità di una classica struttura gerarchica che fa sì che le aziende possano funzionare. Abbiamo proseguito parlando di differenze culturali nell’adozione e nell’utilizzo dei social media nel vecchio e nel nuovo continente, considerando quali possano essere le migliori strategie cross-culturali e quanto le differenze pesino rispetto alle somiglianze tra le persone, in qualsiasi parte del mondo queste si trovino.
Non ho resistito a chiedere qualche cosa riguardo il concetto di “crowdsourcing” e quindi di “social journalism“, strumenti con un grande potenziale, ma che avrebbero ancora dei limiti intrinseci da non sottovalutare. Paul ha parlato anche della sua personale esperienza con strategie basate sulla cosiddetta “gamification“, che prevede l’utilizzo di dinamiche del gioco per implementare strumenti che possano coinvolgere i clienti. Ho trovato il suo punto di vista molto interessante, perché in Italia non vi sono ancora dei modelli strutturati e maturi; siamo ancora molto lontani da capire cosa possa funzionare e che cosa, invece, resti solo una trovata di marketing.
Infine abbiamo avuto un interessante scambio riguardante le potenzialità di Twitter come mezzo di diffusione di informazioni, il fenomeno della “Primavera Araba“, ma anche i suoi limiti di strumento orizzontale non verificato, e la sua conseguente scarsa attendibilità come fonte.Spunto Ma che cosa abbiamo fatto per meritarci la trap? Secondo le previsioni più ottimiste, avrebbe dovuto durare poco. Quella strana miscela di ritmi minimalisti, voci distorte e lingua da pseudo-gangster di periferia che andava sotto il nome di “trap”, sembrava soltanto l’ennesimo sottoprodotto del mondo hip hop, vicolo cieco di una delle tante variazioni di un genere già in declino. Quelle previsioni purtroppo (o per fortuna, a seconda dei gusti) erano sbagliate. Parenti in lacrime e musica kitsch, con l’addio di Donald Trump finiscono gli anni Dieci Trump parte per la pensioneÈ andato via con la moglie mascherata da Audrey Hepburn e YMCA dei Village Voice dagli altoparlanti. E un discorso più da televenditore che da golpista e poca gente a salutarlo, tra loro i parenti. Sembrava il seguito del seguito del seguito di Nashville di Robert Altman; col candidato del Replacement Party diventato presidente sconfitto e in disgrazia (potrebbe interpretarlo il Tim Robbins di Bob Roberts, dopo tantissimi Big Mac). Per il segretario della Fim Cisl, serve più politica industriale e meno annunci «Abbiamo apprezzato molto che al secondo giorno di guida del gruppo l’ad di Stellantis Carlos Tavares non solo fosse in Italia ma abbia anche voluto incontrare i sindacati italiani». Il segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl Roberto Benaglia ha appena concluso l’incontro di un’ora e mezza in videoconferenza con il ceo del neonato gruppo automobilistico nato dalla fusione di Fca e Psa, come chiesto dalle parti sociali. «È stato un incontro generale», spiega, «non siamo entrati nei dettagli, ma è una buona base di partenza». Ecco come la pandemia ha cambiato il mercato del lusso Secondo varie classifiche specializzate, tra cui quella tradizionale pubblicata da Forbes, le dieci persone più ricche del mondo non hanno affatto risentito della crisi Covid e, anzi, sono diventati ancora più ricche. Tuttavia questo non ha comportato un aumento dei consumi nel settore tradizionalmente destinato alle spese dei più ricchi: secondo Julie El Ghouzzi, direttrice del Centre du Luxe e professoressa di marketing del lusso alla Sorbonne Business School e all’Istituto di studi politici di Parigi, il lusso ha subìto in pieno gli effetti della contrazione dei consumi. Il giorno della democrazia e la fine del lockdown americano Il giorno dell’America, il giorno della democrazia. L’America è tornata, la notizia è questa. È tornata con un presidente degno di questo nome, Joe Biden, un presidente americano e non antiamericano come il predecessore in fuga in Florida al suono di My Way. L’America è tornata con una vicepresidente, Kamala Harris, che per la prima volta è donna e nera e soprattutto in gamba. Nel Pd alcuni (ma non troppi) cominciano a soffrire l’immobilismo di Zingaretti «Mi aspetto che il Partito democratico si assuma la responsabilità di una svolta e non si accontenti di una governabilità fine a sé stessa. Spero che qualche timidezza di troppo con i nostri alleati sia dettata solo dall’emergenza». Si sa che Tommaso Nannicini – senatore del Partito democratico sempre molto autonomo – ha votato la fiducia “per disciplina di partito” e certo anche perché contrario a una crisi: e però non è solo lui a reclamare una discussione un po’ meno legata alla contingenza. Perché non è rimasto più nulla del Partito Comunista Italiano Del PCI, del grande partito nazionale di Gramsci e di Togliatti, onestamente mi pare sia rimasto ben poco. L’elenco di ciò che oggi manca, nella sinistra e più in generale nella politica italiana, è piuttosto desolante: il radicamento di massa, capillare, nei quartieri, nelle scuole e nei luoghi di lavoro, e dunque la partecipazione collettiva alla discussione, l’appartenenza, la condivisione; la militanza volontaria, il gusto dell’incontro con la gente in carne e ossa, la passione per il confronto; un’organizzazione ramificata ed efficiente, che consente al vertice di raggiungere agevolmente la base, e alla base di farsi sentire dai vertici; lo studio della storia, «matrice – diceva Togliatti – di tutto ciò che gli uomini sanno e possono sapere», e la conoscenza approfondita delle condizioni reali di vita, della struttura sociale, dei flussi di opinione; la capacità non soltanto di produrre cultura e di dialogare con il meglio dell’intelligenza nazionale, ma anche, e soprattutto, di costruire un’egemonia – oggi diremmo di condizionare l’immaginario collettivo – e di tradurla in consenso; la vocazione all’accordo, alla mediazione, al compromesso come unica chiave possibile per ottenere risultati concreti; il rispetto profondo per gli umili e, al tempo stesso, la convinzione condivisa che il popolo vada educato, formato e diretto, e non certo seguito o subìto; e infine, e soprattutto, la capacità di coltivare una visione complessiva dello scenario in cui ci si muove, di bilanciare il vantaggio della propria parte con l’aspirazione a rappresentare la società intera, e insomma l’ambizione di parlare ogni volta del Paese al Paese. La fila degli eurospasimanti che l’Ue non vuole (ancora) far entrare Nei primi anni Duemila in Europa – intesa sia come Unione europea (allora composta da quindici Paesi) sia come generico insieme delle comunità nazionali o subnazionali che si sentivano volenterosamente parte del vecchio, caro continente – c’era una enlargement fever che pareva inestinguibile. L’avanspettacolo del Senato, un voto di fiducia sceneggiato male e recitato peggio Quando nel mio schermo irrompe l’avanspettacolo del Senato, sono immersa da ventiquattr’ore in Yasmina Reza. Oggi esce in Italia (lo pubblica Adelphi) “Anne-Marie la Beltà”, il monologo d’un’anziana ex attrice leggendo il quale non ho, lo giuro, pensato neanche una volta a Matteo Renzi o a Giuseppe Conte. Al massimo ho pensato a “La valigia dell’attore” di De Gregori («Eccoci qua: siamo venuti per poco, perché per poco si va»). L’ultimo tango a Washington di Trump, con gelosia finale per Lady Gaga che canta con Biden Trump soffre per Lady GagaLa Guardia nazionale ha chiuso i ponti che collegano la capitale con la Virginia. Nel centro del District of Columbia molti palazzi e negozi sono barricati, con tavole di legno inchiodate. I soldati arrivati a proteggere l’insediamento di Joe Biden e Kamala Harris sono più di 25 mila; tra loro ci potrebbero essere golpidioti delle milizie suprematiste, o di QAnon. Con il voto in Senato la crisi di governo potrebbe essere chiusa, quella politica ancora no L’operazione Conte non ha funzionato. Da Palazzo Madama ieri sera è uscito un governo già vecchio, malandato, incespicante su numerini che lo inchiodano a essere minoranza al Senato: il Conte 2 bis, o Conte bis bis, ha incassato la fiducia con soli 156 voti (contrari 140): è pienamente legittimo ma è fragile come un vetro di Murano. La crisi formale forse è chiusa, politicamente no. Il governo Conte ottiene la fiducia, ma con Berlusconi badante Donald Trump se ne va, Vladimir Putin prima ha avvelenato e poi arrestato il suo oppositore Navalny, Giuseppe Conte si è salvato anche col voto della segretaria particolare di Berlusconi, Maria Rosaria Rossi, nuova pasionaria di Marco Travaglio, e di altri forzitaliani (oltre che di Lady Mastella). Governo M5s-Pd-LeU di minoranza, con badante Berlusconi. Centocinquantasei voti a favore di Conte, compresi tre senatori a vita e due indecisi fino all’ultimo secondo, Campolillo e Nencini. Centoquaranta i voti contrari. Sedici gli astenuti. Durerà? Perché “l’ultima volta” di Kobe non è stata come tutte le altre Iniziano così tutte le ultime volte. Le ultime trasferte in ogni città, le ultime sfide con le varie franchigie NBA, contro ognuna delle quali Kobe ha segnato quaranta punti almeno una volta, unico nella storia oltre a Bob Pettit a riuscirci. Più significativo di altri è forse l’ultimo incontro con gli storici rivali di Boston, contro cui Kobe segna trentaquattro punti, comunque insufficienti a evitare la sconfitta. L’incredibile capacità di resistenza delle librerie nell’anno della pandemia Il Covid non ha colpito in modo uguale il mondo della cultura. Se i cinema hanno registrato un crollo degli incassi (diminuito del 72%) e il fatturato dei professionisti dello spettacolo è stato quasi azzerato, il settore dei libri esce dal 2020 quasi senza problemi. Un mezzo miracolo. I giovani italiani lavoreranno sempre di più per guadagnare ancora poco «Lo scopo del lavoro è guadagnarsi il tempo libero», come diceva Aristotele la storia dell’umanità è stata sempre anche questo, una lotta per rendere la vita meno dura, il tentativo di rendere non solo più remunerative ma anche meno faticose le ore di lavoro, meno lunghe, quello di allungare il tempo da dedicare alla famiglia, ai rapporti, allo svago, di migliorarlo anche qualitativamente. Conte avrà la sua maggioranza (forse), l’Italia avrà un governo più debole Da stasera l’Italia avrà un governo più debole. Vedremo i voti al Senato che saranno sotto la maggioranza assoluta. Ma al di là della fragilità numerica, già in parte evidenziata dal grande tabellone elettronico che sovrasta l’emiciclo di Montecitorio quando è apparsa la scritta “favorevoli 321″ (6 voti in più della maggioranza, non è un granché) il Conte 2 bis – o Conte bis bis – si è politicamente infragilito con la rottura con Italia viva e il salite a bordo dei già leggendari Costruttori, aggregazione di vecchie volpi e nomi sconosciuti, fuoriusciti ed eletti all’estero che da domani potranno chiedere qualunque cosa a un avvocato convinto di aver vinto la causa. Trump fa le valigie e pensa chi perdonare prima della partenza, forse sé stesso Trump sceglie chi perdonareIeri, mentre il Campidoglio di Washington veniva sorvegliato da più militari di quelli che sono ora Afganistan, Iraq e Siria messi insieme, il presidente uscente decideva quali finanziatori suoi e clienti dei suoi avvocati perdonare prima della partenza. C’è suspence fino a domani sera (poi parte e si insedia Joe Biden). Si prevedono cento e più perdoni presidenziali. Donald Trump e i suoi avvocati ne hanno fatto l’ultimo business del mandato. Trump chiede fondi per la sua biblioteca presidenziale (vabbè), gli avvocati incassano con la promessa di convincerlo a graziare truffatori, omicidi abbienti, un whistleblower della Cia e il fondatore di Silk Road, primo mercato nero del Dark Web. L’evoluzione europeista dei nostri Jake Angeli a cinque stelle, e altre balle Non si tratta né di fare i pignoli né di fare gli incontentabili. Si tratta del fatto che la democrazia si fonda sul dibattito pubblico. E quando al trasformismo parlamentare si accompagnano camaleontismo politico e relativismo lessicale in dosi così massicce, trasformando la discussione in una palude in cui tutte le idee, ideologie e idiozie possibili si confondono in un’unica poltiglia, la sola battaglia che ha veramente senso combattere è quella per il significato delle parole. Salviamo il pianeta da negazionisti e anticapitalisti Quando mi sono messo a scrivere l’articolo di presentazione di Greenkiesta, il nostro nuovo quotidiano digitale dedicato ai temi del pianeta, dell’ambiente e dell’innovazione, che si aggiunge a Europea, Gastronomika e Il lavoro che verrà, ho pensato che la cosa migliore fosse riproporre il mio primo editoriale scritto per Linkiesta il 24 settembre 2019. In quel primo articolo per questo giornale c’erano già tutte le ragioni per cui, un anno dopo, abbiamo deciso di occuparci in modo più sistematico di questi temi. L’album-epitaffio del 2016 è proprio un’uscita di scena à la Bowie “Blackstar” esce l’8 gennaio 2016, il giorno del 69esimo compleanno di David Bowie, due giorni prima della sua morte. Sono entrambi eventi non annunciati, imprevisti, sorprendente il primo, scioccante il secondo. Sicuramente, magnificamente orchestrati. Un’uscita di scena da artista consumato, articolata su tre livelli che sono il risultato di un ultimo anno di lavoro intenso, in condizioni estreme, con una determinazione feroce a portarli a termine: un album decisamente innovativo, “Blackstar”, nel quale ancora una volta Bowie va in cerca di nuovi territori; uno spettacolo teatrale, “Lazarus”, che ripercorre in tempi moderni la fantascientifica favola di Anthony Newton, l’uomo che cadde sulla terra; infine, due video tratti dall’album, “Blackstar” e “Lazarus”, che racchiudono una tale messe di simbolismi da riempire pagine su pagine di commenti e ipotesi. Ecco come funziona la lobby internazionale contro la corruzione Prima di fine anno l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha organizzato l’International Anti-Corruption Day per mettere la lotta contro la corruzione al centro delle varie iniziative dei governi. È un problema spinoso e importante. È una delle grandi priorità, perché la corruzione per tutti i Paesi rappresenta una delle maggiori minacce alla crescita economica, mina i valori della democrazia, ed è una delle cause non secondarie delle disuguaglianze sociali. Calenda non sa che “I promessi sposi” li ha scritti Mastella (per non parlare della bufala) Ognuno ha il suo punto di rottura, e per Filippo Ceccarelli fu la bufala. In quella summa del Novecento e dei suoi strascichi che è “Invano” (pubblicato da Feltrinelli), Ceccarelli ricostruiva un giorno in cui, durante il secondo governo Prodi, il suo giornale l’aveva mandato a seguire un vertice di maggioranza che si teneva nelle stanze dell’Udeur, il partitino di Mastella. I cosiddetti Florida Men (maschi bianchi disturbati che fanno cose strane) attendono il loro guru Trump e il Sunshine StateDal secolo scorso, il South Florida ospita ex capi di Stato controversi (eufemismo), politici e militari a cui è andato male il golpe, speculatori immobiliari, tossicodipendenti, riciclatori a vari livelli, rattusi seriali alla Jeffrey Epstein, e maschi bianchi disturbati che fanno cose strane, detti Florida Men. Conte non riesce nemmeno a far entrare al governo Mastella, potrà mai rilanciare l’Italia? Uno che non riesce nemmeno a far entrare Clemente Mastella al governo, fallendo un rigore senza portiere, come può scrivere un Recovery plan che non sia respinto dalle istituzioni europee; come può organizzare una campagna di vaccinazione nazionale per immunizzare il paese; come può, insomma, rimettere in carreggiata l’Italia che sotto i suoi occhi è prima per numero di morti, per misure restrittive e per decrescita economica? Cari senatori a vita, caro senatore Monti, fate sentire la vostra voce sull’inadeguatezza di Conte Domani al Senato si decide se continuare l’esperienza di governo Conte, con gli attuali ministri – o al massimo con due o tre nuovi per sostituire i dimissionari di Italia viva (e per dare poltrone ai costruttori): il sostegno sarebbe garantito da Cinquestelle, Partito democratico e Liberi e Uguali, oltre che, appunto, dai costruttori. Per memoria, la maggioranza assoluta è 161 voti e la somma di Pd, Cinquestelle e Leu fa 133. Ne mancano 28, cioè esattamente l’80% del numero totale dei senatori del Pd, partito che ha tuttavia la metà dei ministri nel governo. Ne daranno una quota analoga ai costruttori? Vedremo. Prodigi della matematica parlamentare. La teologia dopo Auschwitz, secondo Johann Baptist Metz Pubblichiamo in anteprima un estratto dell’articolo “Auschwitz, il trauma contingente. L’opera di Johann Baptist Metz (1928–2019)” di Andreas R. Batlogg S.I., che compare sul prossimo quaderno della rivista La Civiltà Cattolica. Metz non è solo una città francese sulla Mosella, ma anche il nome di un teologo tedesco che ha acquistato una fama mondiale: Johann Baptist Metz. Il suo nome è associato a espressioni chiave potenti come «la nuova teologia politica», «la teologia dopo Auschwitz», «compassione», «mistica degli occhi aperti», memoria passionis. I cinque punti di Base Italia che un governo capace affronterebbe subito Avere un governo non è sufficiente. In un momento drammatico come questo «bisogna avere una compagine che si occupi di governare l’emergenza con provvedimenti efficaci e che prepari il rilancio del Paese». È la posizione espressa da Base Italia, associazione fondata da Marco Bentivogli, ex segretario dei metalmeccanici Cisl, e dal filosofo e accademico di Oxford Luciano Floridi, che in un comunicato chiedono «un governo all’altezza della situazione». Melania sta preparando il trasloco, all’insaputa di Golpidiota in Chief Trump, presidente della Worst Generation«Questi baby boomers, ora a fine carriera, sono validi contendenti per il titolo di Worst Generation. Come peggior presidente ci sono altri candidati. Ma non ce ne sono molti che abbiano litigato così tanto e chiarito cosi poco, o presieduto a così tanta decadenza istituzionale». La cupezza e l’ansia degli ultimi giorni di Donald Trump vengono ogni tanto rischiarate da veri sprazzi di intelligenza, o almeno da buone idee per prendersela con qualcuno. Non solo con Trump. Con tutta la sua generazione di baby boomers, nati tra il 1946 e il 1964, vissuti – in occidente – meglio di chiunque altro nella storia umana. Così l’impresa della grande Inter sollevò l’umore del giovane Mughini A metà degli anni sessanta c’è stato un giorno della mia vita di studente poco più che ventenne in cui tutto stava andando paurosamente storto, non fosse intervenuta la bellezza del calcio a salvarmi. C’era che nel pomeriggio avevo sostenuto un esame complementare, l’esame di Lingua e letteratura russa, ed ero furibondo dall’averne avuto un ventinove, un voto che ritenevo ingiusto e insufficiente. Perché il nostro Recovery Plan (così com’è) non sarà finanziato dalla Commissione europea Il Recovery Plan italiano appena approvato non ha alcuna possibilità di essere finanziato dalla Commissione europea, perché non rispetta nemmeno alla lontana le linee metodologiche e gli obiettivi che l’Unione impone per accedere al fondo. Un patto di legislatura responsabile, senza Conte e Casalino La Scilipoti week è cominciata. Giuseppe Conte è andato al Quirinale a ribadire che non rinuncerà al biglietto della lotteria vinto nel 2018 né alla congiunzione astrale che l’ha incomprensibilmente tenuto a Palazzo Chigi col cambio di maggioranza del 2019. Conte cercherà deputati e senatori responsabili, responsabilissimi almeno quanto i colleghi americani che pochi mesi hanno preferito non rimuovere Trump dalla Casa Bianca per non interrompere l’emozione del Cialtrone in Chief al governo, con i risultati ormai noti. Renzi ha tirato troppo la corda, governo in cerca di nuovi Scilipoti a rotelle Pare si veleggi verso il Conte2 bis, che non è un comma ma un governo, quello attuale ma senza le ministre di Italia viva, il partito di quel Matteo Renzi che rischia come quello che andò per suonare e fu suonato. Perché la Nike rischia di non essere più credibile Di fronte ai primi rivolgimenti introdotti dal digitale la risposta della Nike era stata netta: puntare su autenticità e identità. Dodici anni dopo la prima è ancora viva, ma l’identità è in crisi. Per il brand di articoli di abbigliamento sportivo più importante del mondo, la situazione non è semplice. Alle complicazioni della pandemia, che ha imposto chiusure forzate dei negozi con conseguenti crolli nelle vendite, si sono sommati nuovi e radicali orientamenti nelle scelte dei consumatori. Alla società rimane una sfida impossibile: far quadrare i bilanci, mantenere fede al proprio marchio e cercare di andare incontro alle nuove richieste della clientela. Non si sa se ce la farà. Il Financial Times se lo chiede in modo esplicito: “Can Nike Keep Its Cool?”. Il giallo a chiave che racconta la politica italiana degli anni Novanta Domenica, 7 febbraio 1993. Già vicepresidente e presidente della commissione probiviri regionali del Partito Comunista lombardo, da quattro anni Mario Cavenaghi ha preferito andarsene a Lugano con la famiglia a fare l’ingegnere e basta: per tagliare i ponti «con Milano, con il partito, con le vicende di una politica a lungo, per più di trent’anni, padrona quasi assoluta della sua vita». Cala la produzione industriale: l’Italia tra le peggiori in Europa Il Covid-19 continua a pesare sulla produzione industriale italiana, ben oltre le attese degli analisti. Mentre nell’area euro a novembre 2020 si registra un aumento del 2,5% e nella Ue del 2,3%, gli ultimi dati Istat indicano invece nel nostro Paese una diminuzione dell’1,4% rispetto a ottobre. Impeachment, la settima bancarotta di Trump e altre cose degli ultimi giorni dell’incubo americano Nel giorno del secondo impeachment, Trump è rimasto alla Casa Bianca. Ha parlato al telefono più del solito perché è stato cacciato da tutti i social network, e non è ricomparso su Gab e altre piattaforme di estrema destra che lo avrebbe preso solo perché il genero si è messo di traverso. I commentatori parlano di «quasi invisibilità sociale nel momento più pericoloso della sua presidenza», e quasi nessuno pensa sia un male. La crisi c’è ma nessuno sa come uscirne, né chi l’ha provocata né chi l’ha subita Non è bastata la giravolta di Giuseppe Conte per addomesticare Matteo Renzi. Due giorni fa aveva chiuso le porte, ieri le ha riaperte seppure in modo da far invidia a Bisanzio. Né è passata la mediazione – senza tanta ciccia, per la verità – del Nazareno. E ora è tutto in alto mare, nella disperazione dei parlamentari di ogni tipo e colore che sono costretti a prendere in considerazione che la strada delle elezioni, pur non voluta da nessuno, torna a farsi minacciosa. Conte, Trump e la fine dell’impunità di gregge Chissà come andrà a finire. Probabilmente malissimo, visti i protagonisti buoni a nulla e capaci di tutto che ci ritroviamo, ma intanto Matteo Renzi continua a dare le carte e a portare tutti a passeggio in una legislatura talmente stracciona da essersi automutilata in doppia lettura e al suono della fanfara. La politica è finita, il populismo ha trionfato Attorno alle quattro del pomeriggio, un grande quotidiano ha avviato una diretta Facebook annunciando dichiarazioni del presidente Conte, per richiuderla quattro minuti dopo senza che nessuno fosse comparso. Chiunque fosse il responsabile, Fortebraccio sarebbe stato fiero di lui: per quanto certamente casuale, sembrava proprio un omaggio, quanto mai puntuale, a una delle sue battute più celebri: «Si aprì la porta e non entrò nessuno: era Cariglia». La fragilità della democrazia statunitense è una lezione per il futuro dell’Europa Ciò che è avvenuto a Washington il 6 gennaio ha suscitato reazioni e analisi sulla fragilità della democrazia statunitense – e più in generale la fragilità dei sistemi democratici nel mondo – sottoposti a stress crescenti e a sfide a cui gli Stati nazionali e le organizzazioni internazionali nate dopo la seconda guerra mondiale, per evitarne gli orrori, non hanno saputo e potuto dare delle risposte adeguate. Senza la bolla, la Nba è ancora alla ricerca della formula giusta per finire indenne la stagione Il rinvio della partita in programma nella notte tra i Chicago Bulls e i Boston Celtics è un segnale d’allarme per la Nba. È la quarta partita stagionale che viene posticipata e il rischio è che nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, da qui al termine della stagione, ce ne siano altre. Molte altre. Dall’inizio della stagione – lo scorso 22 dicembre – lega di basket americano deve fare i conti con le difficoltà di organizzare una stagione di 72 partite – ridotta rispetto alle 82 solite – con squadre costrette a viaggiare per tutti gli Stati Uniti da costa a costa, giocando una partita ogni due giorni (a volte anche meno), con i casi di contagio che ancora registrano numeri molto alti: la scorsa settimana per la prima volta ci sono stati 4mila morti per Covid in un solo giorno negli Stati Uniti. Il vero scandalo di “Un cazzo ebreo” è non leggerlo È ironico, audace, esplosivo. Ma anche arguto, profondo, geniale. Gli aggettivi andrebbero dosati con parsimonia e prudenza, ma di fronte al romanzo esordio di Katharina Volckmer, “Un cazzo ebreo” (La Nave di Teseo), sia la prima che la seconda risultano inadatte. Il suo libro è già stato classificato come il più provocatorio del 2021, il suo flusso di pensieri, che scorrono ininterrotti pagina dopo pagina disturba e coinvolge. È un capolavoro? Si è già detto anche questo. Ecco come saranno i nuovi e agguerriti sindacati degli anni Venti Il mondo del lavoro è in subbuglio e il 2021 potrebbe essere un anno turbolento. I segnali di un risveglio dell’attivismo dei lavoratori sono diversi e si muovono tra le due sponde dell’Atlantico. Negli Stati Uniti come in Europa si prepara una stagione di agitazioni e richieste spinta soprattutto dalla pandemia e che potrebbe colpire tutti i settori del lavoro. Trump è andato a vedere un pezzo di muro, quel che è rimasto della sua presidenza Ieri si è saputo che Mitch McConnell ha detto ai suoi senatori di essere contento dell’impeachment di Trump, perché è giusto e perché sarà più facile tagliarlo fuori dal partito, e, Donald Trump è andato in gita. A trovare il monumento alla sua presidenza e alle sue politiche anti-immigrazione, il tragico muro col Messico (secondo Trump lo avrebbe dovuto pagare il Messico ma non è successo). Per festeggiare il quattrocentesimo miglio (il confine, circa da San Diego in California a Corpus Christi nel Texas, è lungo 1954 miglia, quindi mancano dei tratti), è andato ad Alamo. Lì nel 1836 Davy Crockett fu massacrato dall’esercito messicano; dopo, il grido di guerra delle truppe del generale Sam Houston all’assalto fu «ricordatevi di Alamo», eccetera. Ma «la Casa Bianca ha detto che non c’è nessun simbolismo nella scelta di Alamo», riferisce la Reuters. Conte, il leader fortissimo di tutti gli «o la va o la spacca», perde la maggioranza e si fa il partito Giuseppe Conte è pronto alla raffinata strategia del «o la va o la spacca»: o ottiene una maggioranza giallorossa striata d’azzurro (i neo-responsabili di matrice belusconian-mastelliana che – come ha detto ieri sera Goffredo Bettini – «si paleseranno») o va sotto e dunque a casa per sempre. Una roulette russa che nemmeno Robert De Niro nel Cacciatore: ma evidentemente sembra a lui la strada migliore e in un certo senso più eroica, morire al Senato come Giulio Cesare o più prosaicamente come Romano Prodi, che perse per un solo voto, di un carneade diniano. Oppure continuare a vivere senza più Matteo Renzi fra i piedi, tirando a campare con la signora Mastella e qualche forzista che alla bisogna si trova sempre. Il Recovery Plan è una fumosa lista della spesa che la Commissione Ue respingerà Un documento «eminentemente politico», ancora troppo «vago», «fumoso», «poco credibile», con obiettivi ambiziosi ma «senza indicare gli strumenti per realizzarli» e i «risultati attesi». Dopo aver letto le 172 pagine del Recovery Plan “Next Generation Italia”, molti economisti e giuristi non hanno creduto ai loro occhi. Chi è il leader di estrema destra portoghese André Ventura Ex commentatore sportivo, in precedenza professore di Diritto, seminarista (anche se per pochi anni) e leader del partito di estrema-destra Chega (Basta), André Ventura è uno dei candidati delle prossime elezioni presidenziali portoghesi, previste per il 24 gennaio. La soluzione per la riapertura delle scuole è fare lezione al pomeriggio e nel weekend Per quasi un anno la scuola italiana è rimasta intrappolata in una scelta impossibile tra salute e apprendimento. Dapprima ci siamo illusi di poter evitare la scelta spostando l’apprendimento online. Ora che i risultati sono sotto i nostri occhi, il bluff è finito: i numeri sono quelli di una catastrofe. I musei potrebbero riaprire a breve in tutta Italia, ma non a Venezia I musei italiani potrebbero riaprire al pubblico nei prossimi giorni, lentamente, nel rispetto delle norme di sicurezza dettate dall’emergenza sanitaria. L’istituzione di una zona bianca nel nuovo dpcm è un segnale incoraggiante in questa direzione. Un segnale che però non vale per i Musei civici di Venezia: al netto dell’attuale zona arancione in Veneto, resteranno chiusi almeno fino al primo aprile su decisione del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che è vicepresidente della Fondazione Musei civici (Fmvc) e anche Assessore alla Cultura del Comune. Sospendere Trump non è censura, ma difesa della libertà di espressione Il dibattito è surreale. Mentre Trump sta per essere processato per atti sediziosi e incitamento all’insurrezione dal Congresso degli Stati Uniti, il mondo crede sia più importante discutere della violazione del suo diritto costituzionale di fare la faccia feroce su Twitter, di diffondere panzane via social e di ricevere cuoricini dai retequattristi.
Abbiamo dunque concluso parlando di tecnologie “verdi”, altro argomento che diventerà sempre più rilevante nel tempo, con il progressivo esaurimento delle risorse energetiche.
Vi invito dunque a guardare l’intervista integrale e naturalmente a visitare il sito di Paul, www.viralculture.com, e il suo ottimo blog, www.socialcommercetoday.com.
■ Leggi il post completo su Intervistato.com
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