■ Chi è Paul Marsden?
Intervistato.com apre con la prima intervista a Paul Marsden, esperto di social media marketing.
Abbiamo chiesto a Paul di spiegarci qual è lo stato dell’arte per quanto riguarda il social commerce, un argomento caldo soprattutto in questo periodo. Secondo Marsden i prodotti si propagano attraverso un meccanismo di passaparola e imitazione, dunque una prima forma di commercio “sociale” usando piattaforme online si configurerebbe quindi come un’evoluzione naturale del commercio tradizionale. Paul ha anche spiegato le differenze tra Facebook commerce, mobile commerce e servizi basati sulla geolocalizzazione, che permettono di avere contenuto contestualmente rilevante usando un dispositivo mobile dotato di GPS.
Anche la questione della “democratizzazione” interna delle aziende attraverso l’utilizzo di piattaforme sociali interne orizzontali è stata affrontata con Paul che ha illustrato la sua visione, mettendo da una parte l’innegabile vantaggio di avere uno strumento che permetta alle buone idee di emergere, e dall’altro la necessità di una classica struttura gerarchica che fa sì che le aziende possano funzionare. Abbiamo proseguito parlando di differenze culturali nell’adozione e nell’utilizzo dei social media nel vecchio e nel nuovo continente, considerando quali possano essere le migliori strategie cross-culturali e quanto le differenze pesino rispetto alle somiglianze tra le persone, in qualsiasi parte del mondo queste si trovino.
Non ho resistito a chiedere qualche cosa riguardo il concetto di “crowdsourcing” e quindi di “social journalism“, strumenti con un grande potenziale, ma che avrebbero ancora dei limiti intrinseci da non sottovalutare. Paul ha parlato anche della sua personale esperienza con strategie basate sulla cosiddetta “gamification“, che prevede l’utilizzo di dinamiche del gioco per implementare strumenti che possano coinvolgere i clienti. Ho trovato il suo punto di vista molto interessante, perché in Italia non vi sono ancora dei modelli strutturati e maturi; siamo ancora molto lontani da capire cosa possa funzionare e che cosa, invece, resti solo una trovata di marketing.
Infine abbiamo avuto un interessante scambio riguardante le potenzialità di Twitter come mezzo di diffusione di informazioni, il fenomeno della “Primavera Araba“, ma anche i suoi limiti di strumento orizzontale non verificato, e la sua conseguente scarsa attendibilità come fonte.
Abbiamo dunque concluso parlando di tecnologie “verdi”, altro argomento che diventerà sempre più rilevante nel tempo, con il progressivo esaurimento delle risorse energetiche.
Vi invito dunque a guardare l’intervista integrale e naturalmente a visitare il sito di Paul, www.viralculture.com, e il suo ottimo blog, www.socialcommercetoday.com.