Esistono paesi dove accedere ad internet è molto facile, e tutti possono comprare un abbonamento o una scheda, perchè è un mezzo su cui corre e si sviluppa il business di ogni giorno. Questi paesi hanno spesso collegamenti internet molto molto veloci, certamente più che in Italia (non ci vuole molto per esserlo).
Quando però entriamo nell’ambito dei contenuti (a carattere politico e dissenso) scopriamo che in questi paesi ci sono però controlli sistematici dell’attività on-line, i blog sono monitorati e censurati in tempo reale. Chi scrive su argomenti non graditi all’autorità può anche essere incarcerato e punito severamente.
Paesi dove non si può accedere a facebook, twitter o altri social network perché è difficile monitorarli, dove anche Youtube è sbarrato perché alcuni video on line non sono graditi e possono mostrare verità e informazioni scomode. Nelle redazioni dei giornali on line e su carta, ci sono uffici appositi nella selezione delle notizie e spesso una notizia, un fatto viene cancellato, quindi, non è mai accaduto……
Questi paesi sono l’Iran, il Sudan, lo Yemen, la Corea del Nord, la Cina…… altri paesi sono un po’ più tolleranti ma ci sono più livelli di attenzione, come accade in Russia o in Pakistan, in Siria, in Algeria, da qualche parte ci dovrebbero essere delle classifiche.
Di recente pare che nel nostro paese ci sia chi guarda a questi “modelli di paese” con molto molto interesse.
In Italia sembra che si abbia paura di quanto la gente possa dire sulla rete, la libertà di espressione è divenuta un pericolo e ci si trincea nel diritto alla privacy per colpire chi non la pensa come chi governa.
Si è scoperto che la televisone non è più l’unico canale dove si formano le coscienze e le opinioni, e la rete è più difficile da controllare, non ci sono consigli di amministrazione da spartirsi come in RAI, quindi si sceglie il bavaglio preventivo.
Si sta cercando di plasmare la verità a immagine delle idee chi governa. E senza diritto di replica!
In un momento nel quale l’Italia dovrebbe essere invece unita per affrontare una tempesta finanziaria senza precedenti, il parlamento è chiamato ad occuparsi e a votare un decreto che vorrebbe togliere ai blog e ai mezzi di informazione, come questo dove sto scrivendo, il diritto di esistere.
L’Italia che a parole richiama i suddetti paesi al rispetto dei diritti umani e al diritto di espressione, si appresta a dare al mondo, ancora una volta, uno spettacolo indegno per una democrazia evoluta ed inserita in un contesto europeo, cercando di violare palesemente i principi stessi scritti nella costituzione sul diritto di espressione.
Fra pochi giorni potremo aggiungere con “orgoglio” alla lista dei paesi su indicata, anche l’Italia.
Spero che nella maggioranza di governo esistano ancora spiriti liberi che abbiano finalmente il coraggio di dire di NO e di porre termine a questa farsa, indegna per un popolo con una storia come la nostra.
Dalla Cina
Saro Capozzoli