Il picchio parlanteCaccia aperta al 25 aprile

Che la festa della Liberazione non fosse particolarmente ben vista da questo Governo lo si era ampiamente intuito durante i lavori preparatori della manovra economica, quando aveva proposto di far ...

Che la festa della Liberazione non fosse particolarmente ben vista da questo Governo lo si era ampiamente intuito durante i lavori preparatori della manovra economica, quando aveva proposto di far slittare alla domenica le festività del 25 aprile e del 1 maggio per recuperare fatturato in termini di Pil.

Qualche giorno fà c’ha pensato Fabio Garagnani, parlamentare pdl, a calcare la mano proponendo di anticipare la festa nazionale di una settimana; ovvero farla coincidere con il 18 aprile, l’anniversario della vittoria della Democrazia Cristiana alle elezioni politiche del 1948. Manco a dirlo l’Associaziona Nazionale dei Partigiani ha subito bollato la proposta del deputato come “irricevibile ed insensata”.

Da questa notizia è possibile riscontrare due verità assolute, con un fattore comune. La prima è che il deputato non è nuovo a queste proposte strampalate, lui che non ha smesso di criticare i libri di testo e i professori delle scuole, che a suo dire “fanno propaganda politica ed ideologica nelle scuole”; o ancora la richiesta della presenza dell’esercito durante le commemorazioni del 2 agosto, visto che c’erano “comprovati pericoli di ordine pubblico”.

La seconda notizia è che questo esecutivo probabilmente non la smetterà di inseguire una sorta di vendetta ideologica nei confronti di alcuni pezzi di storia, che contribuiscono a costruire l’identità di un popolo. Preme ricordare che a combattere per la Resistenza oltre a comunisti e socialisti c’erano cattolici, conservatori, repubblicani e monarchici, liberali, anarchici ed azionisti; tutti insieme per un unico scopo, ovvero la libertà dall’oppressione nazifascista.

Difficile – se non impossibile- trovare un altro momento, un’altra data, che ha accomunato tante persone alla ricerca di un solo ideale.

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