Viaggiare in Italia è diventato paradossale: più si paga, più si viaggia male. Treno Eurostar AV9557, partito da Torino e diretto a Napoli: io sto tornando a Roma e parto alle 14:25. Tutto sembra procedere per il meglio, la Frecciarossa parte perfino in anticipo. Nonostante qualche problema con il wifi, il viaggio va avanti spedito fino a Firenze. Poi, inizia il delirio. Il capotreno ci comunica che “c’è qualche problema, anche se non è chiaro con che velocità potrà risolversi”. È il primo annuncio, tutti noi pensiamo che potremo ripartire entro pochi minuti, ma così non è. Passa un’ora, non si hanno comunicazioni, non si ha assistenza e non funziona il wifi, dato che si è fermi nella stazione di Santa Maria Novella.
Un treno Frecciarossa
Laconico il capotreno, nel suo secondo e unico annuncio. “Come avrete notato siamo ripartiti. Abbiamo un ritardo di almeno un’ora”. Già. Ma nel frattempo, non si hanno informazioni. Solo tramite Twitter riesco ad avere notizie, tramite l’account @LeFrecce. E proprio mentre mi comunicano che c’é un problema elettrico, l’ES AV9557 viene riempito dei passeggeri di un altro treno, l’ES AV 9525, diretto a Salerno. Ovviamente è facile immaginare come lo spazio non fosse adeguato per tutti. Fra tensioni, rabbia e solidarietà dei passeggeri del mio treno, capiamo che quelli del 9525 erano chiusi da un’ora e trenta nei vagoni, senza aria condizionata. Causualmente, anche in questo caso è Twitter a risolvere la questione. Tramite i miei tweet colgo che anche Marcella Zappaterra, presidente della Provincia di Ferrara, è bloccata sul 9525 e, salendo sul mio treno, si siede esattamente di fianco a me. A volte il caso è ironico. Marcella si sfoga e dice che “nessuno ha dato assistenza”. Solo dopo dieci minuti, il treno finalmente riparte in direzione Salerno, e non Napoli, come spiega l’unico addetto presente sull’ES AV9557.
In tutto questo marasma, nessuno che parla di rimborsi in via ufficiale, il wifi continua a essere assente e non viene fornita nemmeno una bottiglietta d’acqua ai passeggeri del treno. “Non ci sono abbastanza bottigliette, quindi non ha senso distribuirle solo a qualcuno. O tutti o nessuno”, mi risponde uno dei camerieri della carrozza ristorante. Già, peccato che il treno è stato fermo per circa un’ora e 20 a Santa Maria Novella.
C’è un aspetto che però deve far pensare positivo. Se la crisi finanziaria si amplifica ancora un po’ di più, ci sarà l’urgenza di portare avanti un rigoroso e pesante piano di liberalizzazioni. E viaggiare in treno potrà finalmente essere un piacere e non un dramma…