Club HouseIl popolo della domenica

Pare sia accaduta una disgrazia, roba da abbassare le saracinesche e dichiarare fallimento. Cosa diavolo è accaduto? Che l'Irlanda ha battuto l'Australia nella prima partita del secondo turno della...

Pare sia accaduta una disgrazia, roba da abbassare le saracinesche e dichiarare fallimento. Cosa diavolo è accaduto? Che l’Irlanda ha battuto l’Australia nella prima partita del secondo turno della Pool C al Mondiale di rugby in Nuova Zelanda, la stessa dove c’è l’Italia che martedì sarà in campo contro la Russia. Per rendere il tutto più chiaro, occorre la matematica, ma solo per poco.

Dunque, ogni Pool (in totale quattro) si compone di cinque squadre. Le prime due passano ai quarti di finale. La C, al momento, vede al comando gli irlandesi con 8 punti (due partite, due vittorie), seguiti dagli australiani con 5 (una vittoria, una sconfitta, un punto di bonus offensivo per aver segnato quattro mete contro gli Azzurri domenica scorsa). Al terzo posto ci sono gli Stati Uniti con 4 punti (una partita, una vittoria sulla Russia), al quarto i russi con uno (il punto di bonus difensivo per aver perso con meno di sette punti di scarto). Chiude la graduatoria proprio l’Italia a quota zero dopo il solo match contro i Wallabies. In soldoni, la nostra Coppa del Mondo deve ancora cominciare che già in giro ci sono i cortei funebri: dalla vigilia del torneo, era stata programmata per il prossimo 2 ottobre la sfida da dentro o fuori, contro l’Irlanda. Ma siccome – dicono – l’Irlanda ha vinto contro l’Australia (una delle favorite), allora il dramma è inevitabile.

Sono cominciati i giochi alla Gazzetta dello Sport, quando verso la fine della stagione di calcio comincia a proporre proiezioni che manco quelle elettorali: la squadra di turno vince il campionato se x o y pareggiano o comunque non vincono o altre combinazioni varie. D’altronde, è uno degli sport preferiti dal popolo della domenica, quello che sta comodo in poltrona e si attribuisce gradi da allenatore. Gli italiani ci vanno forte.

Il rammarico è che si parla di rugby, quello sport – nel vero senso del termine – dove si lotta e si gioca fino alla fine. Quello dell’epopea, dell’onore, del rispetto. E dove non si fanno i conti senza l’oste. L’Italia ha un paio di compiti da qui al 2 ottobre: vincere le prossime partite in calendario (Russia e Stati Uniti) e offrire un giro di bevute a tutti i disfattisti. Non dovesse riuscirci, alta la testa e fuori il petto comunque.

In bocca al lupo, ragazzi.

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