Quarantamila 2.0Il tempo sta per scadere!

Il riscontro al nostro primo post che si chiudeva con “indipendentemente da quello che pensate, votate o voterete, riteniamo sia necessario far capire a chi ci governa che è fondamentale un cambio ...

Il riscontro al nostro primo post che si chiudeva con “indipendentemente da quello che pensate, votate o voterete, riteniamo sia necessario far capire a chi ci governa che è fondamentale un cambio di passo. Non possiamo affondare. Dobbiamo riportare l’Italia in Europa, subito!” ci ha fatto capire come i temi che vi erano espressi siano condivisi da molti. Ringraziamo tutti per i commenti ed i suggerimenti che ci hanno fatto pervenire oltre che per le numerose adesioni. Non ci aspettavamo così tanto.

Il nostro primo post è di una settimana fa, da allora ci sembra che questo sentimento di “urgenza” si sia amplificato, anche perché il temuto downgrade dell’Italia si è effettivamente avverato. Ci pare che oggi questo senso di urgenza sia centrale nel dibattito pubblico. Questo è un bene. Far finta che tutto vada bene e che sia colpa “della speculazione” è il peggiore degli errori. Ciononostante sembra che la politica sia sempre più chiusa in una discussione che con le urgenze economiche ha pochissimo a che fare. Cosi non si può andare avanti a lungo.

Nella comunità internazionale è tangibile la perdita di un patrimonio di credibilità che il nostro Paese aveva saputo conquistare con l’aggancio all’euro. Il punto centrale, nel breve periodo, è togliere la “febbre da cavallo” che paralizza la nostra vita economica. La temperatura della febbre è data dal differenziale tra il costo del rifinanziamento sostenuto dallo Stato Italiano rispetto a quello tedesco (in sintesi lo spread Bund – BTP). Lo spread deve rapidamente tornare su livelli normali e senza fare affidamento sull’appoggio della Banca Centrale Europa.

Le banche italiane, infatti, non si possono permettere a lungo di avere un costo della raccolta come quello implicito nella situazione di questi giorni. Il problema è di liquidità piuttosto che di solvibilità. Se si avvitasse il sistema finanziario si bloccherebbero consumi ed investimenti ed il lavoro ed il benessere di tutti noi sarebbe a rischio. Rischiamo finire come nel 1929 se non invertiamo la rotta. Avvertiamo, ancora più che la scorsa settimana, un’esigenza di scelte politiche coraggiose, non basate sulla ricerca di consenso politico o peggio ancora su vicende personali. Bisogna agire con la massima urgenza, per contrastare questo arretramento su un piano inclinato.

Mandaci anche Tu una testimonianza, ad esempio, di come sia diventato difficile avere credito in banca o farsi pagare, insomma delle cose concrete che toccano la Tua vita di tutti i giorni, in modo che spread e credit crunch non sembrino definizioni “fredde”. Facciamoci sentire, occorre agire subito. Il tempo sta per scadere!

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Adesioni al primo post
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