Geppi Cucciari è cresciuta e non ha più bisogno dell’abilitazione di conduttrice. La nuova serie di G Day, il programma la7 della comica sarda, si è aperta con Domenico Scilipoti, bandiera dei Responsabili. Per il suo debutto nell’access time di Telecom Italia Media Cucciari aveva cercato e voluto Susanna Camusso, segretaria della Cgil.
Scilipoti ricorda il Clemente Mastella dei tempi d’oro, diviso tra le poltrone di Porta a Porta e le playmate di Canale 5. Su Youtube non si trova, per fortuna, il suo storico passaggio in uno show del Bagaglino 2005 terminato con una torta in faccia. All’epoca il frontman dell’Udeur era diventato sindaco di Ceppaloni con l’aiuto di Forza Italia e ingranaggio dell’Unione di Prodi.
Scilipoti al Bagaglino non ci è potuto andare. La finta e tardiva elevazione della televisione ha ucciso tutti gli spazi che si ponevano come obiettivo primario il contenimento di una certa volgarità. Fino a quando la battuta di basso livello era monopolio di Pippo Franco gli operai del piccolo schermo erano riconoscibili e i contenitori d’approfondimento erano realizzati dai giornalisti. Altro che showgirl vicine alle persone.
L’assenza di spazi precisi ha fatto diventare Scilipoti la personalizzazione dei B-Movie italiani redenti da Quentin Tarantino, rappresentato nel caso specifico da Giuseppe Cruciani. Il padre della Zanzara di Radio24 è riuscito a trasformare un politico passato in perfetto pretesto per ridere. Se il regista di Kill Bill non avesse riabilitato la cinematografia italiana più caciara certe rassegne avrebbero continuato a programmare dei film cinesi con sottotitoli in tedesco.
Sono le 19.58 e la prima puntata della seconda stagione di G Day è archiviata. Inizia il Tg di Mentana. Per i prossimi 30 minuti di Scilipoti non si sentirà parlare. Le risate che ci ha assicurato nello slot precedente adesso sono affidate ai veri responsabili. Un cittadino su tre, spiega il direttore, si astiene dal voto. Ridi, ridi e poi smetti di votare.
Colonna sonora: “Che ridere” di Rodolfo De Angelis