Tempi duri per l’economista, ultimamente. Una fitta nebbia vela d’incerto il destino della disciplina stessa, come ripetutamente scritto dal Nobel Paul Krugman. I modelli di previsione stentano a produrre stime attendibili, impolverati da decenni di ortodossia dominante.
E folte nubi s’addensano anche sui destini dei bilanci europei, travolti dall’insostenibile pesantezza del debito.
Visto che siamo in tempi di ICloud, allora usiamo proprio le nuvole, aristofanescamente, per mostrare in modo intuitivo il peso dell’informazione nell’agire sulle nostre menti e condizionarne, in qualche modo, i pensieri. In questo blog capiterà di presentare studi empirici un po’ freak. Capiterà anche di riferirsi a euristiche, bias cognitivi, intuizione e creatività.
Più in generale, siamo tra quelli che sostengono che, in tempi di crisi, “è meglio essere matti. Altrimenti si rischia di impazzire“.
L’esercizio che presentiamo fa utilizzo del programma wordle.net, in cui è appunto possibile disegnare quelle che chiamaremo nuvole di concentrazione. Inserendo un testo nell’apposito spazio, un algoritmo restituisce una nuvola di parole in cui la dimensione delle stesse è proporzionale alla frequenza con cui appaiono nel testo.
È possibile anche accedere alla frequenza numerica delle parole visualizzate, il che permette analisi statistiche accurate sull’uso del linguaggio.
Noi abbiamo giocato, prima di tutto, con il testo integrale della lettera che il governo italiano ha inviato alla UE, contenente le linee programmatiche e di riforma stabilite per uscire dalla crisi.
Ecco cosa ne esce:
Interessante sia il giganteggiare di ‘Governo’, quasi a rimarcare l’accentramento della sfera decisionale nell’istituzione presieduta da Berlusconi, sia la minimizzazione di ‘costituzione’, appena apprezzabile in alto a sinistra.
Per proseguire, poi, nell’esercizio, abbiamo deciso di confrontare la copertura a mezzo stampa delle notizie relative alla crisi in Italia e in Inghilterra, raccogliendo alcuni articoli dalle principali testate: Corriere della Sera, Sole24Ore e Repubblica per l’Italia; Guardian, The Independent e Financial Times per l’Inghilterra.
Ecco la nuvola di parole che emerge dai testi della perfida Albione:
La dimensione collegiale della soluzione alla crisi emerge dall’insistere: ‘European‘, ‘eurozone‘, ‘ECB‘. La concretezza dei problemi e dei contenuti si ritrova, poi, nell’alta frequenza di ‘debt‘, ‘banks‘ e ‘fund‘.
Ora vediamo come lo stesso argomento è coperto dai giornali italiani:
Il continuo riferimento al vincolo esterno, all’ancora europea, si ritrova nell’insistere delle parole Regling e Bruxelles (è come se la soluzione andasse cercata più nelle persone che nelle istituzioni).
Per non parlare del minaccioso incombere del salvagente cinese, col giganteggiare di Cina, appunto, e di Pechino.
Nella psicologia si parla di euristica della disponibilità, quando si allude a scelte e decisioni che sono dettate da quanto facilmente, sulla base dell’informazione disponibile, un certo fatto viene richiamato alla mente.
Il clima d’incertezza in cui versa il nostro paese non lascia presagire molto di buono e il contenuto informativo cui siamo soggetti non aiuta un granchè a srotolare il gomito.
Rimane salvo, naturalmente, l’augurio per un weekend molto freak.
Danno nuvoloso.