Sto uscendo di casa quando il mio coinquilino mi chiede se ho visto l’incidente. Sono nervoso di mio perché il temporale mi ha rovinato una collezione di cd di Wagner ed un’altra sui 40 anni del festival di Sanremo.
Penso che parli ancora di Gheddafi ma gli rispondo con uno svogliato “no, di chi?”
Scopro che l’incidente è di Marco Simoncelli, che è grave, forse è morto. Controllo sul sito della Gazzetta prima di uscire, ho preparato tutta una puntata da fare in radio molto divertente e c’ho speso tutta la mattinata. Sono turbato. So a mala pena che corre con le moto. Il sito carica lento, poi si apre: Si è morto, e c’è una grossa foto.
Andando in radio in motorino ci penso. Non voglio fare discorsi, non sono nessuno e anche se fossi qualcuno perché devo parlare di una persona che non conosco? Poi io di solito esulto quando muoiono le persone famose. Non ho mai sopportato che dall’alto mi volessero far credere che io possa dispiacermi se è morto Gheddafi, Mike Buongiorno o Lady Diana. Ho sempre risposto con allegria a queste morti: ho già i miei cari che se ne vanno e questo mi basta…con tutto il rispetto “chissenefrega” di Buongiorno, di Gheddafi o di Lady Diana. Sono persone distanti da me, dalle passioni che ho avuto, dalle mie storie, dalla mia biografia. Sono icone della decadenza di un occidente che è un sacrificio umano.
Dittatori? Principesse? La ruota della fortuna? Ma cos’è questa porcheria?
Gli occhi scuri e severi del generale libico, le strette di mano, i trattati politici, la guerra, la retorica sulla guerra giusta. Si, vogliono farmi credere che io abbia un ruolo, una parte, che il mio futuro dipenda o meno dalla morte di un dittatore libico, ma mi dispiace non mi appartiene… Così come non mi appartiene il sorriso forzato di lady Diana o quell’ironia che si insinua in tutti gli stanchi salotti d’Italia con soldi finti e concorrenti che “comprano una vocale”.
Ma stavolta è diverso. I filtri fra me e questa morte sono molti di meno. Marco Simoncelli non è nessuno… come me. In qualche angolo sconosciuto della sensibilità semplicemente mi appartiene.
A pensarci bene sono pieno di amici che vanno in moto. Stessa passione, stessa faccia pulita, stesse cadute. Poi c’è quella foto sul sito che mi è rimasta in testa. Non ha gli occhi scuri e severi, non ha un sorriso forzato, sicuramente è uno che dice cazzate, ma non come Mike Buongiorno. Ha la faccia pulita, un casco di ricci enormi e gli occhi a fondina. Potrebbe essere un personaggio di un libro di Nick Hornby oppure uno che ti offre un’orzata al paese…
So già che non sopporterò il tam tam di commenti su facebook o i commenti sui giornali, ma semplicemente appartiene anche a me, e quindi ho deciso di scrivere un articolo diverso dal solito…
Già un incidente! Non una guerra con milioni di civili morti, non un attentato o pseudo – tale in una galleria, non una “vecchiaia”. Una morte inaspettata, tragica, violenta per cui si piange e non si esulta, per cui non servono dibattiti lunghissimi su “di chi è la colpa???” e non si cercano assassini, su cui non c’è bisogno di scrivere che “è stata un’icona della nostra televisione”.
Una morte giovane e ingiusta, anche questo mi appartiene!
Che altro dire?
Ciao Marco vivi comunque nelle speranze di chi ha le tue stesse passioni.