La soluzione migliore per il Pdl sarebbe il mantenimento dello status quo, con l’aggiunta del voto di preferenza; una soluzione che accontenterebbe anche la Lega. L’analisi di Roberto D’Alimonte
Il successo del referendum impone una revisione della legge elettorale. Mentre sfuma l’ipotesi di un governo tecnico, secondo quanto scrive oggi Marcello Sorgi su La Stampa, si accende il dibattito sul sistema che dovrebbe sostituire il tanto vituperato “porcellum”.
Su questo punto è molto interessante l’analisi svolta da Roberto D’Alimonte su Il Sole 24 Ore di oggi.
Secondo il politologo a Berlusconi conviene il mantenimento del sistema elettorale vigente con l’aggiunta del voto di preferenza.
Fino a quando Berlusconi resterà dell’idea che il bipolarismo gli conviene, per lui non esiste sistema migliore di questo.
Anche il collegio uninominale che i referendari vorrebbero reintrodurre con la resurrezione della vecchia legge Mattarella assicura una competizione bipolare, ma il collegio non piace al Cavaliere. L’esperienza ha dimostrato che una parte dei suoi elettori si rifiuta di votare i candidati comuni della sua coalizione e questo lo danneggia.
La soluzione migliore sarebbe invece un maggioritario di lista.
Ogni elettore vota il partito preferito e quel voto si trasferisce automaticamente alla coalizione. È un sistema che minimizza le defezioni elettorali e massimizza la raccolta di voti di lista per l’assegnazione del premio di maggioranza. Gli elettori leghisti non devono votare candidati pidiellini e viceversa. E tutti votano la coalizione.
Chiaramente però è necessario eliminare le liste bloccate.
Naturalmente anche questo elemento piace molto a Berlusconi. In fondo scegliersi gli eletti non è cosa da poco. Ed è uno dei motivi della solidità della sua maggioranza parlamentare anche in questi tempi difficili. Ma oggi è diventato uno strumento indifendibile. Tant’è che nel centrodestra si parla ormai apertamente di voto di preferenza. Per il Pdl pare che questa sia l’unica riforma da fare.
Anche per la Lega, secondo D’Alimonte, questa sarebbe la soluzione migliore, almeno finchè dura l’alleanza con Berlusconi. Se sarà questa la soluzione effettivamente scelta dal Pdl e poi, eventualmente, dal Parlamento, è però impossibile dirlo; ogni previsione, in questo momento di estrema incertezza, si scontra con l’estrema volatilità degli eventi.