YottabyteSteve Jobs é morto ma lo hanno già santificato

Steve Jobs è morto. Purtroppo. Chiarisco subito il fatto che ho sempre ritenuto Steve Jobs un fenomeno e uno dei più grandi comunicatori che ho mai avuto modo di vedere su un palco. Questa la prem...

Steve Jobs è morto. Purtroppo.

Chiarisco subito il fatto che ho sempre ritenuto Steve Jobs un fenomeno e uno dei più grandi comunicatori che ho mai avuto modo di vedere su un palco. Questa la premessa, doverosa, ma oggi sui social network e stasera pure in tv ho assistito alla santificazione dell’uomo.

Alle 10 del mattino mi sono stufato di contare quanti “stay hungry, stay foolish” comparivano sugli status di FB. Nel corso della giornata, inframmezzati dai link del famoso discorso di Stanford (quello dello stay hungry) ho visto via via comparire commenti che varcavano tranquillamente il confine dell’idolatria sul Leonardo Da Vinci di Apple. Pensavo di aver visto tutto, invece, stasera ho assistito alla santificazione del visionario (declinato purtroppo all’italiana e non all’americana come dovrebbe essere parlando di Jobs) che ha raggiunto il suo culmine riproponendo il celebre discorso con doppiatore. Con doppiatore! Doppiare un discorso quando c’è la possibilità di vedere come si dovrebbe comunicare invece di lasciarlo in lingua originale (tanto il messaggio sarebbe passato lo stesso) è l’esempio di come noi italiani siamo capaci di essere sempre uguali a noi stessi. In compenso tutti a parlare di genio, di iPhone e di iPad che fa tanto figo.

Oggi, a maggior ragione oggi, non ci sarebbe nessun problema a dire che Jobs è stato un visionario (ne senso che ha sempre avuto una – o più – vision), un grandissimo comunicatore (iPad e iPhone sono fighi, Carrie usa un Apple) ma soprattuto un grandissimo industriale che con ottimi prodotti e grandi idee (magari non sue ma per il mondo oggi è tutta e sempre farina del suo sacco) ha portato Apple ad avere una capitalizzazione di borsa di 350 milioni di $ (e a fare lui stesso un sacco di soldi). Chapeau!
La genialità dell’uomo non viene sminuita riportando il suo pensiero sui consumatori o sui focus group (vi invito a cercalo in rete o anche su Linkiesta).
L’arroganza non è necessariamente un difetto ed è per molti. Sbagliare un prodotto (anche il divino Steve ha fatto dei passi falsi) è un incidente di persorso ma cambiare e reagire è per molti meno. Inculcare nelle persone il culto del “think different” anche quando si diventa pop e per crescere (350 milioni di $!) si arriva al grandissimo pubblico è veramente per pochi. Pochissimi.

Apple inizierà una nuova era? Al solito lo dirà il mercato. Stay tuned.

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