Elezioni anticipate. La chiamate alle urne decisa da Berlusconi non coincide con uno scenario migliore. Ogni giorno l’opposizione dimostra di non avere un progetto alternativo e valido al premier dimissionario. Bersani preferisce l’antiberlusconismo al Welfare. Il segretario del Pd non intende impegnarsi per le minoranze che fino al 2006 si riconoscevano nella sinistra.
Il riconoscimento delle unioni omosessuali, ad oggi, non fa parte di un ipotetico programma. Il peso dell’assenza aumenta se si considera il lavoro che lo stesso partito sta facendo sul territorio. In meno di un anno Cagliari, Napoli e Milano hanno annunciato l’introduzione del registro delle coppie di fatto. Le tre città, rappresentative di una nuova e vincente opposizione, sono diventare un esempio. Ieri anche Palermo ha deciso di riconoscere le unioni omosessuali.
Bersani tace forte delle lacune di Matteo Renzi. L’enfant prodige della politica italiana si è sempre detto contrario al matrimonio gay. Il sindaco di Firenze, forse, dovrebbe prendere ripetizioni dall’Europa. Gli Stati con un welfare migliore, aperto a tutti, sono gli unici che crescono. Il modello Islanda è governato da una donna omosessuale. Alle recenti elezioni polacche hanno vinto gli esponenti gay-friendly e quelli anticlericali. Bye Bye Giovanni Paolo II.
Lo spegnimento della sinistra è tangente con l’accensione del nuovo grande centro. L’Udc di Pierferdinando Casini è ritornato ad essere di moda. L’ex alleato, silente, di Silvio Berlusconi è pronto ad accogliere i traditori che hanno accelerato la fine della legislatura in corso. A Casini non importano le idee di queste persone. All’ex Presidente della Camera (history repeating) interessano solo i numeri per governare.
Dal 2008 Casini fa una politica laterale. I suoi interventi, per lo più televisivi, non scuotono l’elettorato. Il leader dell’Udc non frequenta la piazza dal 2007, anno del Family Day. Una manifestazione, organizza dall’opposizione di allora per ribadire che esiste solo un tipo di famiglia. E le altre?