Una giornalista del tg2 delle 13 di sabato, non vuole perdersi lo scoop quando si ritrova davanti a ciò che resta della famiglia di Angela e Bernardo Sanfilippo.
C’è Domenico, uno dei figli della coppia, che Angela era andata a prendere. Mentre tornavano a casa finiscono nella cantina della morte. Domenico si salva solo perché un signore gli ha teso un bastone. La giornalista domanda a un ragazzino che ha perso la mamma da poche ore: “Tu eri con la tua mamma?”, “Cosa ricordi di quei momenti?”, “Hai avuto paura?”. Domenico, 14/15 anni, risponde a tutte le domande, con un tono di voce tenerissimo e con parole che rimandano a scene da brivido e disperazione. A me viene la pelle d’oca e gli occhi diventano lucidi. La giornalista non soddisfatta domanda ancora: ”Tua mamma dov’era?”. Domenico ha solo il fiato di dire: ”Non lo so mi stava dando una mano, poi non l’ho più vista”, arriva il pianto e si allontana.
Un ragazzino costretto a rievocare momenti tragici, che probabilmente gli segneranno la vita, da un’intervista del tutto inutile ai fini della cronaca giornalistica. A volte, forse, i microfoni devono essere abbassati.
Chi vorrebbe trovarsi davanti delle telecamere a raccontare la morte di nostra madre, inghiottita da un miscuglio di fango e acqua, mentre anche noi lottavamo per la vita e non potevamo far nulla, nemmeno gridare, per non ingoiare fanghiglia? Chi avrebbe la forza per farlo?