In questi giorni in Italia e in Europa si fa un gran parlare di ministri « tecnici » come se questi signori e signore appartenessero a una categoria diversa di « umani » e non fossero chiamati, una volta diventati ministri, a diventare “politici” volenti o nolenti.
Da questo punto di vista, non credo che il Governo Monti abbia un problema di legittimità democratica, e non solo perché ha ricevuto il via libera delle due camere a larga maggioranza, ma soprattutto perché è indubbio che il procedimento applicato per la sua nomina è perfettamente dentro le regole stabilite dallo stato di diritto. Altra discussione, che vedremo più avanti, è se il Governo Monti riuscirà o meno a realizzare gli obiettivi che si é dato.
In questi anni la democrazia italiana é stata vittima (tra le altre cose) di due enormi mistificazioni. La prima è che democrazia sia semplicemente organizzare le elezioni. Quindi, chi vince (chiunque siano gli « eletti » e qualsiasi cosa facciano) é espressione della volontà del popolo e dunque inamovibile fino alle successive elezioni. Da qui le infinite disquisizioni su ribaltoni e violazioni della volontà del popolo, senza nessuna considerazione del fatto che se un governo viola le elementari regole del vivere comune, lo stato di diritto, i diritti dei cittadini (e dei non cittadini) o, più semplicemente, è incapace e incompetente, (tutte caratteristiche del governo Berlusconi) perde la sua legittimità e può perfettamente succedere, come peraltro è accaduto e non solo per la pressione dei mercati, che le maggioranze parlamentari si sgretolino e se ne cerchino altre, prima di ricorrere al voto. Peraltro, democrazia significa anche media liberi, accesso al dibattito politico per tutte le opzioni in campo (e non solo per quelle al potere o per quelle amiche della Chiesa o degli « anchor men » televisivi) regole chiare per il finanziamento della politica, eccetera eccetera. Da questo punto di vista, la « democrazia italiana » non supererebbe gli standard elettorali fissati dall’UE e dall’OCSE….
La seconda mistificazione è che il governo dei « tecnici » sia di per sé un furto di democrazia e il risultato esclusivo della dittatura dei mercati. Prima di tutto, io non credo che il governo Monti sia un governo « tecnico » nel senso di “politicamente neutrale”. Sarà anche composto da persone che hanno competenze specifiche ed accademiche nelle materie di cui sono chiamati a occuparsi, ma di praticamente tutti si possono indicare le priorità e le preferenze. In secondo luogo, credo che la cattiva qualità della nostra democrazia si rifletta anche sulla qualità relativamente scarsa della nostra classe dirigente, che é una delle ragioni centrali della necessità di fare appello ai “tecnici”, come se non dovesse essere normale che un Ministro debba anche avere qualche competenza per essere in grado di fare per bene il suo lavoro…….
Quindi per coloro che, come me, aspirano a portare avanti in Italia un discorso progressista, innovativo e basato sull’ecologia politica come reale risposta alla crisi, é fondamentale non lasciarsi imbrigliare nel falso dibattito « governo-tecnocratico/governo anti-democratico » e puntare invece sulla discussione concreta e costruttiva delle misure che questo governo proporrà. Dal discorso del Presidente Monti e dalle esternazioni di alcuni ministri, ci rendiamo già conto che verosimilmente non si tratterà di un governo particolarmente sensibile alla sostenibilità e alla trasformazione “ecologica” del nostro sistema economico…..
Comunque, si può già costatare che c’è almeno una nota veramente stonata in questo governo, ed è quella rappresentata dal Ministro dell’Ambiente. Mi è completamente incomprensibile il motivo per il quale il Presidente Monti abbia dato questo portafoglio a chi non ha nulla di tecnico, ma è da sempre molto, molto politico. Corrado Clini è stato dietro tutte le scelte anti-europee e negazioniste dei governi di destra, ha entusiasticamente sostenuto Confindustria nei suoi sforzi di diluire il cosiddetto pacchetto Energia “20-20-20” approvato dalla UE nel 2008, ha partecipato attivamente allo smantellamento della credibilità dell’Italia nei negoziati internazionali sul clima. Ricordo benissimo che già anni fa importanti esponenti della Commissione europea non si spiegavano l’enorme influenza di Corrado Clini nella definizione della posizione italiana in Europa. E le sue recenti dichiarazioni sull’accettabilità del nucleare a certe condizioni, “l’assoluta” necessità del tunnel della Valsusa o le sue posizioni ambigue sugli OGM non ci fanno sperare nulla di buono. Non che si pretenda un ministro “ecologista”: per quello bisognerà battersi e vincere le prossime elezioni: ma almeno una certa discontinuità rispetto al buco nero degli ultimi anni, si. Io tra l’altro non sono neppure convinta che le dichiarazioni di Corrado Clini siano state “una svista”. Secondo me (e non sono l’unica a pensarla cosi) sono invece un preciso segnale a Confindustria e altri “poteri”: non vi preoccupate su questo nulla cambierà!
Questo governo cosi ansioso di riportare l’Italia in Europa si trova perciò un ostacolo sulla strada del recupero della sua credibilità, a meno che il Ministro Clini non cambi decisamente strada.
E’ perciò imperativo che il governo Monti chiarisca rapidamente la sua posizione, anche perché il vertice di Durban si avvicina e Rio+20 si terrà in Brasile a giugno del 2012 : l’Italia sostiene o no la Commissione europea nei suoi sforzi di ampliare i suoi impegni di riduzione delle emissioni dal 20% al 30% per l’UE entro il 2020? Si potrà contare sull’Italia per sostenere il varo del cosiddetto secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto oltre il 2012, risolvendone i limiti più vistosi e in particolare la cosiddetta “hot-air”?
Ma, più in generale, è molto importante partecipare e farsi spazio nella discussione su come uscire dalla crisi, provando ad aprire un dialogo costruttivo con il nuovo governo Monti sulle misure che intende prendere, a partire dalle richieste della Banca Centrale e dalla lettera della Commissione, che in nessun caso possono essere prese come dei punti di riferimento assoluti: perché con o senza Berlusconi, sarà lunga la strada per lasciarci davvero alle spalle l’amaro periodo del Berlusconismo…..