Se l’elefantino Dumbo impazzisse, probabilmente, si metterebbe a comporre “musica psichedelica per bambini”. Il che è più o meno quello che fa questo giovane polistrumentista, italiano di nascita e californiano di migrazione, che a inizio 2011 ha fatto saltare il banco della critica musicale d’oltreoceano con il disco d’esordio Elephants at the door, pubblicato per Bad Panda Records sotto il profetico moniker Dumbo Gets Mad.
L’album, totalmente autoprodotto e per questo definito da Slant Magazine “an inspiring victory of DIY determination”, è un viaggio tra ritmi in levare, synth pop e melodie beat anni ’60, arricchito da un suono temporalmente ubiquo che lui stesso chiama “vintage futuristico”. La voce si fonde nella cornice musicale con naturalezza – grazie anche agli inserimenti canori della fidanzata, unico apporto “esterno” al disco -, mentre l’uso di sintetizzatori analogici rende le canzoni calde e avvolgenti come una brezza estiva che solleva qualche schizzo d’acqua marina. Tornano alla mente i Beach Boys, Zappa e i Beatles: basti ascoltare “Plumy Tale”, “Eclectic Prawn”, “Why Try” o la conclusiva “You make you feel”.
Tutti prendono in giro Dumbo per le sue grandi orecchie; per tutta risposta, lui le usa come ali e impara a volare. È un po’ la metafora di questo Elephants At The Door: un bellissimo volo di dieci canzoni in cui anche i punti di debolezza si trasformano in punti di forza.
ps. quasi dimenticavo: lo potete scaricare gratis dal sito ufficiale dell’artista, grazie all’innovativa formula “pay with a tweet”.
*Dumbo Gets Mad – Elephants at the door*
(Bad Panda Records, 2011)
Dischaunt review: 8/10
tracklist:
1. Limbo’s Village
2. Plumy Tale
3. Marmelade Kids
4. Sleeping Over
5. Harmony
6. Why try
7. Eclectic Prawn
8. Self-Esteem
9. Raymond Play
10. You Make You Feel