Il picchio parlanteLa battaglia è vinta. Ma la guerra è finita?

Premetto che da quando scrivo non ho mai trattato principalmente di Berlusconi come persona, semplicemente l'ho citato in quanto elemento essenziale dell'argomento che andavo a trattare; il signore...

Premetto che da quando scrivo non ho mai trattato principalmente di Berlusconi come persona, semplicemente l’ho citato in quanto elemento essenziale dell’argomento che andavo a trattare; il signore in questione non aveva bisogno finanche della mia pubblicità, già c’erano tanti signori a fargliela, anche gratuitamente. Questa volta si tratterà di uno “strappo alla regola”, per il semplice motivo che stiamo vivendo una delicatissima fase di tutta la storia repubblicana dell’Italia. Sono passate poco più di 12 ore dalle dimissioni ufficiali del premier, e qualcuno erronemente, s’è già affrettato a parlare di nuovo corso o di inizio della terza repubblica. Affermazioni quanto mai azzardate, visto che all’inizio degli anni ’90 ci furono, innanzitutto, i pm di Tangentopoli a cercare di fare chiarezza e giustizia su un gravissimo scandalo, eppoi come linea di demarcazione il passaggio dal multipolarismo ad un bipolarismo(oggi diremmo imperfetto) e la scomparsa di storici partiti di massa.

Ebbene la storia che ieri sembra esser finita, parte proprio da quei giorni, quando s’inizia ad intravedere tutta la strategia e la capacità di un uomo, che conta molto anche sulle possibilità dei suoi amici/alleati. Il partito si chiama “Forza Italia”, che fa leva su un sentimento patriottico che gli italiani sembrano avere solo in occasione dei mondiali/europei di calcio; non a caso, è il 1994, e si giocano i mondiali negli Usa, dove Roberto Baggio guiderà gli azzurri fino in finale, poi persa contro il Brasile. Gli alleati, sono Fini e Bossi, An e Lega, che hanno segnato la recente storia del centrodestra italiano. Solo Fini lascerà il Cavaliere prima della sua fine, ma desta ancora più scalpore il rapporto Berlusconi-Bossi, che dopo la sfiducia del ’94, il premier aveva bollato come “traditore” e “mentecatto”, mentre il senatur e l’organo di stampa leghista- la Padania- prendono a sparare a zero sui processi, mostrando il “lato oscuro” dell’imprenditore milanese. La riappacificazione giunge ad inizio 2000, quando è ormai chiaro che la ritrovata alleanza porterà nuovamente al governo il centrodestra.

Si è accennato i processi, che rimarranno uno dei principali motivi per cui il leader liberale verrà accusato di leggi ad personam. Gli altri motivi sono le aziende, che spaziano da diversi campi, dalle Tv all’editoria, dalle banche al calcio, passando per finanza e giochi di stato. Nel mezzo le continue promesse per le riforme, e soprattutto una:“la rivoluzione liberale”, o ancora, meglio conosciuta il “meno tasse per tutti”. Chi lo conosce bene l’ha detto fin subito, aveva già ammonito dalle illusioni che ha venduto. Questo signore è Indro Montanelli, ex direttore del Giornale, che ha conosciuto i due lati di B. Prima dell’ingresso in politica, come editore “libero” e dopo il ’94 quando voleva il giornale di partito che Montanelli non fu disposto a dirigere. Eppure nessuno meglio di lui identifica la situazione al meglio: ricordiamo che parliamo, forse del più grande giornalista italiano, ma di una persona marcatamente di destra, che in passato aveva sposato anche le idee del regime fascista.

Indro parla dell’ex-editore del Giornale come “il più grande piazzista non d’Italia ma del mondo” e di una persona “che ha un concetto della verità del tutto personale”; ma ne eleogia anche i pregi dichiarando “che ha delle risorse inimmaginabili” ed è sicuramente “un grandissimo comunicatore: se lui un giorno, si mettesse a vendere vasi da notte, farebbe scappare la voglia di urinare a tutta Italia”. Aveva inoltre spietatamente informato gli italiani di quale potesse essere il mezzo più efficace per liberarsi di Silvio: tanti anni di governo, in modo che tutti-o il più grande numero possibile- arrivassero a capire le bugie e le promesse non mantenute, ovvero quel famoso “l’antidoto contro un male si cura con il vaccino. B. si cura con ancora più B. al governo”!

Eppoi ancora i tanti accostamenti ad un regime, e più propriamente a Mussolini, le brutte figure collezionate soprattutto recentemente in campo internazionale per via della sua esuberanza, l‘esplodere del debito pubblico con i suoi governi, le intercettazioni che mettono al corrente di fatti riplorevoli che infangano l’immagine pubblica di un intero Paese, la lotta continua e spietata alla magistratura ed ai giornali non schierati, l’occupazione di molte cariche di pubblico servizio che disinformano gli italiani e tanto altro ancora. Il problema, ricollegandomi anche al titolo, è che molti pensano di essersi liberato di Berlusconi, punto. Ma ignorano, che ciò che permane ancora purtroppo è il berlusconismo, un fenomeno che continua a degenerare l’intera società italiana, la televisione spazzatura, il mito delle vallette e delle ballerine, il litigio quale forma di intrattenimento principe, la concentrazione insomma sui problemi minori e l’assenza di discussione sui grandi temi davvero importanti; la recente crisi è stata negata fino all’ultimo, fino a qualche giorno fa, quando “i ristoranti sono pieni, e i consumi non sono diminuiti”.

Nel maxiemendamento appena approvato c’è il testamento di questo fenomeno, le ultime pillole della “rivoluzione liberale”. Ma nel mio avvertimento c’è ancora più di criticità. Anche Napoleone dopo esser stato sconfitto ritornò al potere, Mussolini dopo esser arrestato creò la Repubblica di Salò. L’anno prossimo dovrebbero esserci le nuove elezioni, e nel 2013 ci saranno anche l’elezioni del Presidente della Repubblica. L’incubo potrebbe tornare tremendamente più agghiacciante di prima, quindi non si perda tempo in inutili chiacchiere da bar, cantando vittoria prima che la guerra sia finita.

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