E’ partita ufficialmente ieri la nuova avventura di Michele Santoro, con l’obiettivo di accendere le luci su un’iniziativa molto importante, ovvero la soppressione di una di quelle caste che tanto odio s’attirano in questo momento. Parlando di “una delle caste” il riferimento è, ovviamente, al sistema televisivo caratterizzato da un duopolio opprimente, una finta concorrenza dove il padrone di un polo detiene una grandissima influenza anche nei vertici dell’altro polo. Uno di questi poli, come ben sappiamo, dovrebbe appartenere ai cittadini, che gentilmente (?) lo finanziano versando oltre 100 euro l’anno ma che non hanno il benchè minimo potere decisionale, se non quello di cambiare canale quando le trasmissioni non gli vanno a genio.
Dicevamo allora di “servizio pubblico“, che ripercorrendo il cammino di Annozero, con la solita tenacia e il carisma dei personaggi che hanno fatto grande questo format, ha trovato alloggio su una vasta piattaforma di canali regionali, su sky come su Internet. Già i numeri sono pronti a dargli ragione, con uno share che supera la doppia cifra. Ma oltre i numeri, è proprio per la breccia aperta in quel duopolio che passerà alla storia la giornata di ieri. Questo non è che l’antipasto. Una breccia che sarebbe arrivata in anticipo, se solo la legalità avesse avuto la meglio sul conflitto d’interessi; ovvero se una rete abusiva(rete4) avesse lasciato il posto ad una rete legittimata da varie sentenze a trasmettere(Europa7).
Il tempo dei rimpianti sta lentamente trascorrendo, per lasciare il posto alle iniziative nuove da intraprendere per riportare in alto le teste degli italiani. Come anche diceva ieri il sindaco De Magistris, ci sono tante persone che hanno voglia di fare politica, di cambiare le cose, di rinnovare questo Paese. Basta solo dare loro i giusti spazi, la meritata pubblicità, e per la casta sarà sempre più dura continuare a mantenere quegli odiosi privilegi.