E’ da ieri sera che circola la notizia che Lucio Magri ha scelto di chiudere la sua esistenza con il suicidio assistito, pratica vietata in Italia ma non in Svizzera, luogo dove il giornalista co-fondatore de Il Manifesto ha scelto di morire. Lucio Magri ha deciso di smettere di vivere e nessun altro uomo – a parere di chi scrive – ha il diritto di mettere in discussione questa scelta, di dibattere su una faccenda tanto privata come quella della morte.
Ma Gianni Riotta – giornalista che non ha bisogno di presentazioni – oggi ha pensato bene di lanciare un tweet:
Non so chi abbia detto a Riotta che Magri abbia fatto una scelta per depressione. Non comprendo perché chiamare in causa un medico che – cito – lo avrebbe “assecondato”. Per di più proporre una “alternativa possibile” alla personalissima scelta di morire pecca di delicatezza intellettuale, oltre che etica e politica.
Lucio Magri ha scelto di procedere per il suicidio assistito per motivi che non andrebbero spiegati e né discussi, specie se lo fa un noto giornalista e con formule poco “ortodosse”.
La scelta di Magri potrà apparire come una scelta pubblica, ma è un errore metterla sul tavolo del chiacchiericcio mediatico.
Un silenzio, su questa faccenda andrebbe praticato solo un sano silenzio.
Lasciate in pace Lucio Magri.