Con la morte del “caro leader” Kim Jong II, ecco che appare sulla scena il figlio Kim Jong Un, che a soli 27 anni (è una età stimata dato che non si sa esattamente quando sia nato) riceve in eredità il comando di uno stato tra i più armati e agguerriti al mondo. Non è facile capire cosa accadrà dato che, nonostante la sua formazione si sia svolta in occidente, in Svizzera, e che parli perfettamente l’inglese ed il tedesco, il suo modo di vedere lo sviluppo del proprio paese nei prossimi anni è noto forse solo a pochi intimi.
Kim Jong Un – durante alcune celebrazioni nel 2010
Certamente questa è una situazione che preoccupa non poco la Cina dato che in caso di riunificazione con il sud Corea si vedrebbe avvicinare ai propri confini la presenza militare degli Stati Uniti, e questo non è gradito a Pechino che ha sempre cercato di attorniarsi di stati “cuscinetto” da sempre.
Il giovane Kim dovrà quindi scegliere tra tre strade: lo status quo, e quindi mantenere il proprio paese in un limbo di tensioni e di povertà estrema, ma sempre supportato da uno degli eserciti più pericolosi ben armato ed addestrato, oppure scegliere un futuro di apertura verso il mondo scegliendo probabilmente di confederarsi con il sud, oppure un avvicinamento più marcato verso la Cina, seguendo il suo modello di sviluppo, ponendosi nella sfera di protezione da sempre offerta dalla potenza nucleare cinese.
Siamo vicino a diversi cambiamenti: di leadership in China e negli Stati Uniti ed in una situazione acuta di crisi economica in occidente che presto avrà ripercussioni anche in Cina.
Quale scenario diventerà il più probabile? Lo vedremo nei prossimi giorni.
Non penso che si potrà verificare quello che chiamiamo “lo scenario tombale”, e mi riferisco ad una guerra tra nord e sud Corea che potrebbe coinvolgere anche Cina e Giappone oltre che gli Stati Uniti e che potrebbe degenerare in un conflitto nucleare.
Questo resta tra gli incubi notturni di tutti e nessuno se lo augura.