BacklitCosa potrebbe fare Apple

Tra poche ore tutti i media riporteranno che Apple è l'azienda numero uno al mondo per capitalizzazione di borsa. Nulla di garantito al momento a mercati chiusi, ma se le indicazioni dell'After Mar...

Tra poche ore tutti i media riporteranno che Apple è l’azienda numero uno al mondo per capitalizzazione di borsa. Nulla di garantito al momento a mercati chiusi, ma se le indicazioni dell’After Market troveranno conferma, già oggi potrebbe verificarsi l’insediamento al primo posto con una market cap intorno a 418-419 miliardi di dollari. Un gran bel numero.

Tutto stupisce sui risultati del primo trimestre 2012 di Apple. Le vendite dei prodotti di punta – iPhone, iPad e Macs – sono salite alle stelle e gli stessi iPods, seppur in calo, hanno generato vendite per oltre 15 milioni di unità. In dettaglio:

  • 37.04 milioni di iPhones, +128%
  • 15.43 milioni di iPad, +111%
  • 5.2 milioni di Macs, +26%

valori che avrebbero potutto essere ancora superiori se non si fossero riscontrate difficoltà nella approvvigionamento di altri iPhones. Credo ci si possa accontentare di un fatturato complessivo di 46.33 miliardi di dollari (+73%) e 13.06 miliardi di profitti. Cumulando tutti i profitti generati da Apple nell’anno 2011, il valore raggiunge la cifra di $30.02 miliardi di dollari.

La riflessione più interessante riguarda la disponibilità di cassa, salita ora a poco meno di 100 miliardi di dollari. Cosa potrebbe fare Apple con questa cifra? Lecito ipotizzare scenari privi di logica di business, ma realizzabili finanziariamente. Sulla base delle attuali capitalizzazioni di borsa, Apple potrebbe:

  • acquistare Amazon.com per 85 miliardi di dollari utilizzando i restanti $15B per altri shopping collaterali e diventare una forza nell’ecommerce;
  • diventare il maggior azionista di IBM con il 45% del totale delle azioni;
  • comprare l’intera Disney Corporation, Yahoo e Netflix e con i rimanenti $15B le seguenti compagnie aeree: United Continental, Jet Blue, US Airways e Alaska Air utilizzando parte della disponibilità restante per ridipingere l’intera flotta;
  • aquisire l’intera CISCO indebitandosi per soli $6B;
  • entrare nel mondo dei carrier telefonici comprando l’azienda numero uno negli USA – Verizon – sempre con una spesa extra di soli $7B.

Nessuna di queste ipotesi è probabilmente sensata e logica. Si tratta semplicemente di calcoli che evidenziano però uno stato di salute dell’azienda senza precedenti e con ulteriori prospettive di crescita nel prossimo futuro. Visto lo scenario modesto di candidati alle presidenziali USA di inizio novembre, pensare a Tim Cook sarebbe lecito?

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