C’è l’ambientazione bucolica di Castiglione delle Stiviere, l’ex convento di Reggio Emilia, la sontuosa e torbida Villa Ambrogiana di Montelupo Fiorentino, le ingannevoli linee pulite di Aversa, la roccaforte napoletana su una salita verso il Vomero (non potendo inquadrare la sezione all’interno del carcere di Secondigliano), l’enorme distretto in cemento di Barcellona Pozzo di Gotto.
Sono gli ospedali psichiatrici italiani (Opg), discendenti degli ex manicomi criminali, visti all’esterno, attraverso l’occhio di Street View.
Ma perché parlarne oggi? La risposta è presto detta: perché mercoledì il Senato ha approvato il decreto Severino sulle carceri. Che prevede, tra le altre cose, lo smantellamento di tutti gli attuali Opg, e il trasferimento dei quasi 1.500 ospiti verso strutture nuove, sia come costruzione che come spirito di cura e di vigilanza.
E’ una decisione presa dopo anni e anni di discussioni, reportage e indagini – tra cui l’ultima, ad opera dlla Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, presieduta dal deputato Pd Ingnazio Marino, che ha ancora una volta evidenziato i termini di una realtà ottocentesca, con le sue storie di abbandono, sporcizia e violenza.
Entro il 31 marzo 2013, dunque, l’Italia dovrebbe dire finalmente addio agli ospedali psichiatrici giudiziari.
Mentre per la realtà interna agli Opg, per quello che è successo e che continua a succedere tra quelle mura, osservatori come quello dell’Associazione Antigone forniscono una documentazione dettagliata e amara, quello che vorrei fare con questo post è una cosa diversa: mostrare l’esterno di queste strutture, molto evocate ma poco conosciute, che com’è noto sono sei in tutta Italia, la maggior parte all’interno dei centri urbani.
Ad ogni articolo sull’argomento Opg, un elenco di nomi ricorre puntuale, quasi astratto: Castiglione delle Stiviere, Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Aversa, Napoli, Barcellona Pozzo di Gotto. Ma quanti tra noi hanno visto in prima persona questi luoghi?
Insomma, che faccia ha un ex manicomio criminale? Le immagini da Street View distribuite in questo testo provano a inquadrare gli Opg italiani, nell’ordine di cui sopra.
Andiamo alla terza immagine dall’inizio, quella di Reggio Emilia: la struttura che si vede, evidentemente, non è quella realizzata in anni recenti, ma la sede seicentesca nel centro della città, in uso fino agli anni Novanta. Dopo la dismissione, è rimasta di proprietà pubblica, e nelle giornate di festa viene talvolta aperta alle visite guidate.
Se davvero gli Opg saranno svuotati, sarebbe giusto pensare a una qualche forma di testimonianza, come accennato a Reggio. Certo, non tutti gli ex manicomi criminali si trovano all’interno di edifici di pregio, ma in realtà ognuna di queste architetture è a suo modo meritevole di tutela, proprio perché porta con sé prove e ricordi di orrori da non ripetere in futuro. Guai a pensare di radere al suolo, e dimenticare.
E quale migliore occasione per iniziare a riflettere su questo tema, se non oggi, nella giornata della Memoria più importante dell’anno?
Daniele Belleri
Ordine delle immagini:
1- Uno scatto all’interno di un Opg italiano, risalente all’estate 2010
2- Castiglione delle Stiviere (Mn)
3- Ex Opg di Reggio Emilia
4- Montelupo Fiorentino (Fi)
5- Aversa (Ce)
6- Napoli
7- Barcellona Pozzo di Gotto (Me)