Una scultura grande come un edificio, in cui si entra da una bocca alta otto metri e poi si cammina in un buio sempre più nero per sessanta metri che sembrano non finire mai. L’esperienza è quella di perdersi in un ventre metallico, scoprendo cosa cambia della nostra percezione dello spazio, procedendo nell’incertezza fino a un uscita che affiora dal fondo come un’apparizione quando la paura del nulla inizia a farsi sentire. All’esterno, invece, nel tempo sull’opera si è rovescata progressivamente una montagna di terra trasportata da un sistema di nastri mobili.
Dirty Corner è una scultura monumentale, l’installazione site-specific dell’artista anglo indiano Anish Kapoor appositamente realizzata per la mostra di Milano che ancora per pochi giorni, fino a fine mese, si potrà visitare nella “cattedrale” della Fabbrica del Vapore a Milano. Realizzata con il supporto della Galleria Continua, di Lisson Gallery e della Galleria Massimo Minini, è promossa e prodotta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall’Assessorato Sport e Tempo libero con la società di produzione artistica MADEINART.
Quello che nessuno vede mai sono le fasi di montaggio, assemblaggio, allestimento di questi grandi lavori d’arte contemporanea, che vi mostriamo qui sotto. Non sono forse già interessanti i grandi pezzi arrugginiti di acciaio cor-ten che ritagliano lo spazio in modo così affilato? Potrebbero forse restare così, senza ricomporsi nella grande scultura? Con un grande lavoro invece hanno finito per racchiudere uno spazio che è condizione di un’esperienza irripetibile, davvero unica.
Attorno all’opera in questi mesi si sono alternati incontri, proiezioni, laboratori, performance, concerti, un’ottima occasione per vedere finalmente la Fabbrica di Vapore in alcuni casi perfino affollata. L’opera ha richiamato un grande pubblico ma soprattutto ha ispirato un programma molto ricco di eventi, per tutti i gusti. Se non siete ancora entrati, trovate un po’ di tempo per provare questa forte emozione. Ne vale davvero la pena.