Per chi non l’avesse ancora vista, stamattina il Fatto Quotidiano ha ironizzato sulla campagna di comunicazione per il tesseramento del PD sostituendo Schettino, il comandante della Concordia, alle varie Eva, Raffaella e Faruk che hanno partecipato alla campagna.
La “satira” ha fatto ovviamente il giro del web portando con sé non poche polemiche. C’è anche chi ha chiesto pubblicamente di denunciare sia l’autore del manifesto che del quotidiano che l’ha pubblicata.
Ma chi di manifesto ferisce, di manifesto perisce. E infatti in poche ore hanno cominciato a circolare in Rete dei “contro manfiesti” che prendono in giro una delle firme più importanti del Fatto Quotidiano.
Della campagna del PD si è detto di tutto in questi giorni. Fatta male, poco strutturata, fino ad avere effetti contrari a quelli attesi. Certo, sono stati fatti molti errori e mi auguro che qualcuno, come capita in tutte le organizzazioni, prima o poi risponda dell’infelice inizio di tesseramento del PD. Ma mi risulta davvero difficile comprendere l’accostamento di un Comandante, per giunta già ampiamente messo alla gogna in questi giorni, e della relativa tragedia tuttora in pieno svolgimento, ad un partito che – seppur maldestramente – cerca di fare il suo “sporco lavoro” di mobilitazione democratica.
Almeno a parere di chi scrive, la pubblicazione di Schettino formato PD è stata dunque un’uscita fuoriluogo, piuttosto infelice e aggiungerei ossessivamente gratuita.
Il confine tra populismo, satira e cattivo gusto è sempre più labile.