Il mondo degli appassionati di serie TV, telefilm (ma anche cinema) oggi ha fatto il suo minuto di silenzio. La chiusura di Megaupload e Megavideo è una di quelle batoste, per gli appassionati della rete, che difficilmente si riescono accettare. Pirateria informatica, tuona l’Fbi, che nel corso dell’operazione ha arrestato quattro persone, tra cui il fondatore dei due siti in questione, tale Kim Schmitz. L’accusa (tra le tante) è quella di aver creato danni ai detentori dei copyright stimabili in circa 500 milioni di dollari e di aver guadagnato illegalmente, attraverso gli abbonamenti Premium, oltre 150 milioni. Insomma, da oggi Megaupload e Megavideo sono pagine nere nel mare magnum di internet. C’è chi invoca a gran voce la prima guerra digitale (non a caso uno dei topic trend tu Twitter), del resto Megaupload e Megavideo sono stati uno dei più grandi archivi audiovideo mai esistiti, senza dubbio uno di quelli di più facile consultazione. In nottata il sito dell’Fbi è andato down più volte e subito si è guardato agli hacker di Anonymous.
E dalla Rete ci si interroga: e adesso? Si tornerà come prima dell’esistenza di Megavideo e Megaupload? Macché. Il detto morto un papa se ne fa un altro vale anche qui. La visione in streaming va avanti: esistono altre alternative (tra cui Videoweed e Videobb) che svolgono lo stesso identico ruolo di Megavideo, ed è facile immaginare che presto a queste se ne aggiungeranno. I veri TV Series Addicted, poi, della chiusura di Megaupload e Megavideo tutto sommato se ne fanno una ragione: spesso di qualità non eccelsa, i video caricati su questi siti erano già stati da tempo sostituiti da altre tecniche (evoluzione più moderna dell’ormai datato mulo internettiano).
Il punto è chiedersi chi in tutta questa storia abbia ragione. Se è facile puntare il dito oggi contro l’Fbi per aver messo a tacere i siti in questione, va anche detto che l’Fbi non ha fatto nulla di sbagliato. E’ la legge che regola il copyright che deve cambiare, modernizzarsi, seguire l’andamento dei tempi. Sembra quasi che l’abbiamo capito tutti, tranne chi ha il potere di cambiare le regole. La legge sembra seguire le farneticazioni di Cetto La Qualunque quando dice che i giovani sono un problema, non una risorsa. Ecco, Megavideo era una risorsa. Solo che chi di dovere non ha capito come sfruttarla.