Viva l’ItaliaAl gelo per 48 ore e ignorati dallo Stato

Scrivo da un paese del frusinate con la “p” minuscola che appartiene a uno stato con la “s” minuscola. Siamo rimasti senza energia elettrica per 48 ore, in alcune contrade ancora sussiste il proble...

Scrivo da un paese del frusinate con la “p” minuscola che appartiene a uno stato con la “s” minuscola. Siamo rimasti senza energia elettrica per 48 ore, in alcune contrade ancora sussiste il problema. Niente riscaldamento, niente acqua calda sanitaria, collegamenti a singhiozzo con il resto d’Italia, fin quando hanno retto le reti di telefonia fissa e mobile.70/80 centimetri di neve hanno paralizzato, letteralmente, la Ciociaria rimasta in parte anche senz’acqua corrente.
La verità è che lo stato (sempre con “s” minuscola) non c’è mai nelle situazioni di emergenza, e allora ti rendi conto che sei solo.

Inizia tutto la notte giovedì 2 febbraio con i primi fiocchi di neve. Il mattino seguente lo spettacolo del paesaggio imbiancato era fantastico. La felicità è durata fin quando sono arrivate le prime telefonate di amici da paesi ciociari vicini che non avevano più energia elettrica. Alle 15.00 di venerdì va via anche a casa mia. Dopo un paio di ore, chiamo l’Enel per segnalare il guasto. Era impossibile parlare con qualcuno, rispondeva una voce automatica che diceva più o meno così:”Ci sono dei problemi tecnici, causa cattivo tempo, per la zona geografica da cui sta chiamando. I tecnici lavorano per ripristinare il servizio”. Lo ripristineranno solo dopo 48 ore grazie al posizionamentio di 5 gruppi elettrogeni. Nei prossimi giorni, provvederanno a riparare i guasti.

Sempre venerdì alle 19.00 la telefonia Wind smette di funzionare e di conseguenza smetto di essere reperibile via cellulare. Assenza di energia elettrica si traduce in assenza di riscaldamento, assenza di acqua calda sanitaria e assenza notizie per via dei pc con le batterie ormai scariche.

Il sabato mattina la situazione precipita, raggiungo a piedi la strada di collegamento principale: molta neve, in alcuni punti c’erano rami e tronchi di alberi che bloccavano il passaggio, altri rami erano caduti su cavi elettrici e cavi telefonici.
Finisce che rimaniamo isolati, finisce che rimaniamo isolati”. Torno a casa, chiamo dal fisso i Vigili del fuoco per far rimuove i rami pericolosi. Mi dicono che per i cavi del telefono è di competenza della Telecom. Compongo il 187 della Telecom, mi danno un numero per segnalare gli impianti pericolati, ma devo aspettare le 9.30. Nel mentre chiamo il Corpo forestale dello Stato, mi dicono di avvisare la Protezione civile, tentano un collegamento con la sede provinciale, cade la linea. Telefono al centralino della Provincia di Frosinone, squilla a vuoto. Alle 9.30 chiamo nuovamente Telecom, per varie volte rimango in attesa molti minuti e poi cade la linea.
Nulla di fatto.
Nel mentre alcuni trattori puliscono la via. Un gruppo di persone libera la strada dagli alberi, forse dopo una telefonata a un maresciallo dei carabinieri.

Il clou lo raggiungo nel pomeriggio di sabato L’intenzione era arrivare in un paese vicino per acquistare privatamente un gruppo elettrogeno. La via Casilina era libera ma ormai si erano fatte le 19.00 allora per far prima abbiamo pensato di prendere l’autostrada, e invece poco dopo esser entrati si spegne improvvisamente la macchina. La corsia di emergenza era libera solo per metà, sull’altra c’era la neve, 70 centimetri almeno. Scendiamo, accendiamo le quattro frecce, mettiamo il triangolo di emergenza. Inizia il giro di telefonate. I cellulari avevano poca batteria e scarsa copertura. Al 113 rispondono dopo molti squilli, la compagnia assicurativa per il soccorso stradale, chiede 30 minuti per inviare un carro attrezzi. Ci allontaniamo 100 metri dalla macchina. Dopo 35 minuti ritelefoniamo al 113 (per 3 volte squilla, lungamente, a vuoto) e alla compagnia assicurativa, per sottolineare nuovamente che eravamo in autostrada in una posizione molto pericolosa e al buio. Passano 45 minuti arriva una volante della polizia che suggerisce di metterci in macchina (io mi rifiuto) oppure oltre il guard rail (c’era un burrone coperto di neve). Va via subito per via di un’altra emergenza. Soli di nuovo. Alla fine dopo un’ora e un quarto complessiva, sulla neve della corsia d’emergenza, ci salva il carro attrezzi.

La verità è che, in Italia, lo stato (con “s” minuscola) non c’è mai nelle situazioni di emergenza, siamo soli…

W l’Italia