«Ciao Al». Luigi de Magistris passeggia per il suo ufficio al secondo piano di Palazzo San Giacomo, indossa la giacca e da consumato attore guarda sciolto in camera. Si rivolge ad Alfredo James Pacino, per gli amici Al, uno dei più grandi attori di Hollywood, premio Oscar e fra l’altro (come tanti) di origine italoamericana.
Perché il video? Pacino dovrebbe essere in Italia per presentare il suo ultimo lavoro, “Wilde Salomè” che sarà presentato al teatro San Carlo e in contemporanea con altre 2500 sale. De Magistris coglie l’occasione al volo: nel suo staff et voilà, il video è servito. Un invito con tanto di sottotitoli in inglese che sta facendo il giro di Napoli fra legittimi entusiasmi e altrettanto legittime ironie: doveva il sindaco della città di Sophia Loren, punto di riferimento nel corso degli anni di decine, centinaia di divi d’ogni parte del globo invitare in pompa magna un attore?
Poi c’è un aspetto che non può non far riflettere. Fermo restando che parliamo di un interprete, perché Al Pacino è ricordato in maniera così vivida a Napoli? Sostanzialmente per due dei tanti straordinari lavori. Per Scarface e per II Padrino. La storia di due boss. De Magistris lo sa e lo dice nel video: «Scarface è diventato per i criminali anche un modello nelle ville della camorra che oggi invece lo Stato ha ripreso per farne dei beni confiscati destinati alla società» (che capirà mai di tutto questo il buon Al che guarda la riva del fiume Hudson a New York non certo gli ex fortini dei Casalesi?).
Tony Montana è un idolo diventato brand, in città. Qui si vendono le magliette, targate Scarface.
Tony Montana ha ispirato “Gomorra”; il villone a doppia scala nel film. Ha ispirato ed è noto, la villa di Walter Schiavone a Casal di Principe, ora bene confiscato affidato al Consorzio Agrorinasce. Idem per Al Pacino-Mike Corleone: in centro a Napoli si trovano poster e magliette, la celebre colonna sonora di Nino Rota è una suoneria da cellulare, per qualcuno. È un dato, se ne tiene conto. De Magstris invita Al Pacino o Tony Montana? Al Pacino o don Michele Corleone?
Tutto questo non certo per dire che Luigi de Magistris abbia sbagliato a invitare Al Pacino (un sindaco di centrosinistra poteva evitare quella videolettera molto berlusconiana, secondo me). Ecco, magari maliziosamente potremmo indicare, fra Tony e Mike, anche John Milton, protagonista di un film molto più aderente alla realtà di Palazzo San Giacomo: “L’avvocato del Diavolo”.
«Vanità, decisamente il mio peccato preferito».