Ci sono casi in cui decisioni di alcuni paesi possono sembrare illogiche, o meglio, senza alcun senso pratico e anche crudeli.
Per quali motivi la Cina e la Russia dovrebbero ostacolare le Nazioni Unite nella condanna delle violenze scatenate dal regime siriano? Certamente non per interessi economici legati al petrolio o altro, ma per la preoccupazione che in futuro la comunità internazionale possa poi coalizzarsi contro di essi su altre questioni latenti sotto le ceneri della diplomazia internazionale.
La grande ipocrisia si sta ancora una volta macchiando di sangue. Da una parte forniture di armi a un regime che massacra il popolo e dall’altra una comunità delle nazioni che cerca di fare qualcosa ma non abbastanza per fermare le stragi.
Ci si è mossi per la Libia e lì c’era in gioco l’oro nero. In Siria c’è invece in gioco la posizione strategica rispetto Israele e la partita con l’Iran, ma questo sembra non sia sufficiente o prudente per far muovere la NATO.
Per evitare un precedente, che potrebbe ripercuotersi contro la Cina o la Russia in caso di situazioni simili al proprio interno, si è persa l’occasione per creare un fronte comune contro le dittature e di dare l’autorità necessaria all’ONU di agire.
E’ certo che la Cina si stia muovendo per prendere pienamente possesso delle acque al largo del Vietnam e delle Filippine, con le buone o con le cattive, e questo non è un buon momento per nessuno dato che sembra che ci si stia muovendo proprio nella direzione di anestetizzare l’azione dell’ONU con veti che non hanno più senso a quasi 70 anni dalla fine delle seconda guerra mondiale. Un’assemblea che sarebbe ora di riformare considerando che lo scenario mondiale è nettamente mutato e non esistono più due blocchi che si confrontano ma più aree che si alleano e confrontano a seconda degli interessi in campo.