“C’è un leader politico e c’è una gestione amministrativa separata da quella politica”. “Mi sono assunto le responsabilità che un tesoriere di partito si assume per tutto e per tutti”. In epoche diverse la prima avrebbe potuto dirla Aldo Moro; e la la seconda Citaristi. In entrambi i casi (soprattutto il secondo) avrebbe avuto dignità di tragedia. L’epoca essendo diversa, e la ripetizione opera di Rutelli e Lusi, camminiamo come da regola sull’orlo della farsa.
In epoche diverse era guerra fredda che non doveva diventare calda; e comunismo da battere o da imporre; e ogni pezzo di stato nazionale un pezzo a sè ( o quasi) dello scenario. Le crociate che siano per la Libertà o per il Socialismo costano; e tanto più se c’è in ballo il bene supremo o il suo rovescio in forma di tempesta nucleare. Ci si finanzia in dollari, rubli, e comunque in contanti. Ci si inventa il segretario amministrativo perchè il leader della crociata deve comunque essere isolato dall’idea stessa di avere contatti con la volgarità della pecunia. E tutti naturalmente a dire che ci si mantiene solo con i soldi del tesseramento; bugia che nelle intenzioni iniziali era magari machiavelliana ma che poi degenera e diventa il primo terreno d’incontro del consociativismo in salsa italiana.
Poi cambia. La ricerca del consenso politico migra dall’ideologia all’economia. La finanza e il commercio globali regolano la convivenza. Lo stato nazionale degrada ad amministrazione locale. Il condominio Italia. Dove in gioco non sono più Pace e Guerra o Libertà e Tirannide; ma più aulicamente spesa sanitaria, infrastrutture, istruzione e quant’altro. Toccherebbe riuscire a farsi votare perchè si sa amministrare meglio; ma forse perchè amministrare fa fatica ancora non ci si adegua.
Però ci si finanzia di conseguenza. Quando si chiedeva aiuto per la crociata era scatenarsi di elemosine. Se lo chiedi per amministrare il condominio un po’ meno. E dunque per provvedere al fabbisogno si passa dall’elemosina al tributo. Finanziamento pubblico. Trasferimento automatico e coatto di un po’ di tassazione dal cittadino al partito. Cambia il paradigma. Se incassi soldi pubblici non te la puoi cavare con la responsabilità “amministrativa”. Non è il segretario amministrativo che decide o deve decidere come li spendi, così come non è il segretario comunale a decidere la spesa in vece di sindaco.Essere responsabili della raccolta e della gestione di denaro pubblico è mestiere politico; anzi, “il” mestiere del politico. In dieci anni ti sei preso venti miliardi di tasse mie, e senza chiedermi il permesso. Me ne devi rendere conto. La gestione “separata” è giusto falsa coscienza.
“Io non potevo controllare. Non sono un ragioniere”. E allora studia. Dice il padrone che se non sai “controllare” la spesa dei soldi pubblici che arrivano al partito tuo, non si capisce a che titolo tu pretenda di fare il sindaco o il ministro o quant’altro. Se non sai tenere i conti e fare la spesa a casa tua non candidarti al condominio Italia. Non è questione di diritto o di etica. Se ti sono spariti 13 milioni o se ti sei venduto sottocosto una casa del partito è possibilissimo che tu sia in buonissima fede. Però sei di sicuro un pessimo dirigente. Politico. Altrove saresti a casa per molto meno.
7 Febbraio 2012