Oggi è l’anniversario del ritorno di Khomeini dall’esilio, il primo febbraio 1979. Questa data segna uno spartiacque nella storia iraniana. Khomeini avrebbe tenuto le redini del regime fino alla sua morte, dieci anni dopo.
Qui il filmato originale di quell’importante momento storico. Memorabile il momento in cui un giornalista di ABC News, Peter Jennings, chiese al cinico dittatore cosa provasse nel ritornare dopo tanto tempo nel suo paese e lui rispose “icci“, cioè “nulla”.
Una sera ho incontrato un ricco commerciante di una delle famiglie più importanti di Tehran e mi sono fatto raccontare quei giorni: “All’epoca ero giovane e pieno di ideali. Stavamo facendo la rivoluzione. Avevamo cacciato lo Scià e gli americani. Eravamo euforici. Quando vedemmo la folla che accoglieva il ritorno di Khomeini però iniziai ad insospettirmi. Chiesi un appuntamento con lui. C’era una lunga fila di persone molto importanti che gli volevano parlare: politici, ricchi industriali, nobili… ma tutti questi erano stati preceduti dai diplomatici americani, interessati ad assicurarsi i propri interessi nella regione. Quando vidi come sorridevano mentre parlavano a Khomeini capii che ce l’avevano fatta sotto il naso. Che erano contenti che lo Scià se ne fosse andato. Che avevano appoggiato il ritorno di Khomeini. E che sarebbero rimasti. Tutto quello che vediamo oggi è solo un teatrino, la verità è che questo regime è supportato dagli Stati Uniti”.
“Una volta entrato a colloquio gli chiesti se era intenzionato a prendere il comando dell’esercito. Lui mi rispose di essere tornato in Iran solo per pregare per il proprio popolo. Abbiamo visto come ha pregato per noi.”
Nei mesi successivi Khomeini concentrò tutto il potere nelle proprie mani, sterminando chi era stato con lui alleato nel corso della rivoluzione: prima i comunisti, poi i liberali. Poi introdusse le leggi per l’apartheid femminile.
Ecco la cerimonia tenutasi questa mattina all’aeroporto di Tehran.