È tipico del tifoso del Napoli fare il minimalista. Non esserlo. Sforzarsi di farlo: «Noi non siamo una squadra con tanti soldi»; «Puntiamo ad un buon posto in campionato»; «Tutto quello che viene in più è grasso che cola…».
Il napoletano tifoso del Napoli, si sa, è scaramantico. Poi soffre della sindrome del Pibe (detta anche “o tempora o mores”): per molti quella squadra di marziani che vinse due scudetti, coppa uefa, Supercoppa italiana e varie coppe Italia non ci sarà mai più.
Accade però che il Napoli va dritto come un treno, quest’anno. E molti tifosi azzurri – quelli meno scaramantici – non riescano a tenere, giustamente, un profilo basso. Anche perché il loro presidente, Aurelio de Laurentiis, non è propriamente un gesuita del ragionamento calcistico. Allora come oggi, qualcuno cerca di riportare i tifosi partenopei a terra con armi non convenzionali. Mischiando l’economia al pallone, la camorra agli spalti. Facendo uno “zuppone” eduardiano di cronaca nera e cronaca sportiva e proponendo un risultato abbastanza deprimente, da baretto sfigato dello sport.
La cosa più antipatica è restare ingabbiati negli pregiudizi e degli stereotipi di un settore, quello calcistico, che negli stereotipi e delle frasi fatte ha sua grammatica di base. Quando il Napoli di Corrado Ferlaino acquistò Diego Armando Maradona si gridò allo scandalo: ma come, la città che ha file chilometriche di disoccupati fuori dal collocamento e ha avuto il colera qualche anno prima si permette di comprare un giocatore dall’ingaggio miliardario?
La città degli straccioni riemerge, in un articolo del quotidiano Il Tempo (giornale fra l’altro storicamente apprezzato in città) all’indomani della vittoria col Chelsea. Chissà che ne dirà il sindaco Luigi de Magistris che fra le sue numerose deleghe ha quella dell’ “immagine di Napoli”.
«Però sognare è lecito. Persino ai napoletani. Un popolo costretto a soffrire. La disoccupazione e la camorra. E andando a ritroso nella storia la fame, il colera, la carestia, l’occupazione nazista e quella alleata, la dominazione straniera. È per questo che i napoletani festeggiano tanto. A loro, popolo di straccioni, basta aver stracciato per una sera i ricchi e blasonati inglesi dell’aristocratico quartiere londinese di Chelsea. Basta aver annientato l’ivoriano Drogba, uno al quale sono stati offerti 23 milioni a stagione, una cifra con la quale ci si paga tutto il Napoli per un anno. Aver visto svanire Cole e Lampard, Essien e Sturridge. Insomma, basta aver goduto una notte. Perché solo di notte i sogni si possono avverare».