FuoriserieGuida ai nuovi serial inglesi

States, States e ancora States. Quando si parla di serialità televisiva va da sé che si finisca per guardare all'America. Del resto alcune delle serie che hanno rivoluzionato la televisione (prima ...

States, States e ancora States. Quando si parla di serialità televisiva va da sé che si finisca per guardare all’America. Del resto alcune delle serie che hanno rivoluzionato la televisione (prima Twin Peaks, poi Lost, solo per citarne due che hanno fatto “epoca”) sono state prodotte qui. Eppure negli ultimi anni anche nel Vecchio Continente qualcosa si è mosso. E in particolare in Gran Bretagna. Le serie TV inglesi da molti vengono considerate di seconda categoria, forse perché non pubblicizzate come i grandi colossi americani, forse perché meno dinamiche. Tuttavia molte serie britanniche offrono davvero qualcosa di nuovo nel panorama televisivo mondiale.

Diverse, tanto diverse dalle sorelle americane le serie inglesi puntano quasi sempre su un maggiore coinvolgimento psicologico e affascinano per le loro sceneggiature convincenti, le trame innovative e soprattutto per la cura dei dettagli. La fotografia inglese, rispetto a quella americana, è molto più desaturata (con i colori spenti, che tendono al bianco e nero, per intenderci), scelta che conferisce un maggiore pathos e un’atmosfera più intensa rispetto agli scintillanti colori di New York e delle altre città statunitensi.

In queste settimane molti show americani stanno abbracciando la usuale pausa per girare gli episodi della seconda metà della midseason: se siete a corto di serie da vedere, perché non iniziarne una britannica? I serial made in UK, altro grande vantaggio, si “masticano” velocemente: contano di norma 4-6-8 episodi a stagione, sono ben più corti di quelli americani (i formati dei drama oscillano intorno ai 24 episodi a stagione).

Ecco, dunque, una breve guida delle serie british degli ultimi anni.

Si parte con le serie già consolidate anche nel Bel Paese, come Dr. Who e il suo spin-off Torchwood, Luther con un incredibile Idris Elba (ai più noto per il suo ruolo nella americana The Wire) e Misfits, la rivoluzionaria serie sui disadattati dai poteri soprannaturali. E ancora Strike Back Project Dawn, la serie post 11 settembre raccontata in chiave europea.

Ci sono le serie che gli States hanno copiato, come The Office, la comedy mockumentary da cui è nata l’omonima versione made in USA. O Skins, il teendrama riadattato anche oltreoceano.

Tra le serie più recenti (negli ultimi due anni) ecco la mia top five, quelle che per me vale la pena vedere:

1. Downton Abbey

E’ una serie a cui leggendo la trama non avrei dato due lire. Un po’ perché non sono un’appassionata di serie in costume, un po’ perché a primo acchito la serie si mostrava per tutto il suo lato tradizionalista. E invece. Downton Abbey è una miniserie che se da un lato glorifica le divisioni di classe dell’età edoardiana e dipinge con tratti delicati l’aristocrazia del periodo, dall’altro è un’apologia all’evoluzione in termini di consapevolezza, diritti e ambizioni della figura femminile. Il tutto fornendo una buona panoramica della Storia dell’Inghilterra. Per saperne di più ecco la mia recensione.

2. Sherlock

Più che una miniserie è un grande film, ogni stagione è divisa in tre puntate da un’ora e mezza l’una. Le prime due stagioni sono sensazionali, con un Benedict Cumberbatch nei panni di Sherlock davvero strepitoso. Una serie curatissima in ogni dettaglio, a partire dalla fotografia.

3. Prisoners’ Wives

Delicata, perché al femminile. Cruda perché Prisoners’ Wives è una rigida e asettica rappresentazione di come crolla il mondo di una donna quando il suo marito finisce dietro le sbarre. Storie diverse, storie di drammi, storie di ricostruzioni ma senza strilli, senza “sceneggiate”, raccontata con rigore. La prima stagione è di sei puntate, trasmessa attualmente dalla BBC.

4. Inside Man

Inside Man è una nuovissima serie inglese, composta da soli 4 episodi, due dei quali sono già stati trasmessi in Gran Bretagna. E’ la storia di tre impiegati di un deposito di sicurezza che programmano il colpo della vita per diventare multimilionari. Flashback che si alternano al tempo presente, mistero, qualche colpo di scena caratterizzano l’inizio di stagione. Fa ben sperare, insomma.

5. Public Enemies

Dopo la prima puntata l’avrei consigliata a tutti presa da una gran foga. Public Enemies è ben fatta e permette al telespettatore di calarsi nella storia (chi nei panni di Paula Radnor, ufficiale di libertà vigilata, chi nei panni di Eddie MottramMottram che esce di prigione dopo 10 anni di reclusione per aver ucciso la fidanzata 17enne). Ma la serie ha un difetto: è cortissima, solo tre puntate. Il finale di stagione è dunque un po’ buttato lì, fatto di corsa. Ma vale la pena lo stesso: una serie dall’ottimo potenziale, nonostante il finale.

E voi, avete qualche serie british da consigliare?

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