Bussola cineseNegozi aperti la domenica? una scelta di civiltà!

La Chiesa si mobilita contro l’apertura dei negozi la domenica così un’insolita alleanza si è creata tra negozianti e preti.I primi preoccupati di dover aprire i battenti quando la gente non lavora...

La Chiesa si mobilita contro l’apertura dei negozi la domenica così un’insolita alleanza si è creata tra negozianti e preti.

I primi preoccupati di dover aprire i battenti quando la gente non lavora e quindi, in teoria con più tempo da dedicare alla spesa, i secondi a loro volta preoccupati dalla desertificazione delle chiese nei giorni festivi.

Quello che non cambia è la mentalità provinciale di un’Italia che non vuole crescere e che non si rende conto che il mondo è già oltre queste questioni.

In Cina, come in tutto il mondo avanzato, i negozi sono aperti 7 giorni su 7 e quando c’è festa sono aperti ancora di più, arrivando fino alle 11 di sera. Questo non accade solo in Asia, ma anche nella vecchia Europa. Mi è infatti capitato di fare la spesa al supermercato alle 2 di notte a Belfast o di comprare un libro alle 4 del mattino a Toronto, o di comprare un computer a Francoforte alle 11 di sera.

La logica persistente in italia, invece, è quella che i negozi debbano chiudere quando la gente esce dal lavoro o va in pausa pranzo.

Quindi, secondo i negozianti, ci si dovrebbe precipitare da loro a comprare il latte e pane perché altrimenti alle 7 chiudono. Si sa, la cena è sacra e il TG delle 8 non si perde! oppure il sabato le famiglie dovrebbero mettersi tutte in fila a migliaia alle casse dei centri commerciali perché la domenica è sacra. Tutti dovrebbero stare buoni a casa a vedere Domenica In, il calcio e andare in Chiesa con il vestito buono..…

A parte l’ironia, credo che sia necessario un ripensamento di tutto il nostro sistema, favorendo l’inserimento di giovani che temporaneamente possano essere impiegati dai negozianti per permettere ai titolari di riposare nei festivi, mentre il negozio resta aperto seguito dai commessi. Come succede ovunque in Europa dove gli studenti si pagano gli studi anche lavorando part time nei week ends e la sera nei negozi. E questo a costi accessibili e con tassazione più bassa.

Una risorsa enorme e che farebbe da volano all’economia. Vedasi i conti degli ultimi mesi, dove chi è restato aperto la domenica ha avuto un incremento del 20% del fatturato rispetto l’anno precedente. Chi dice che la gente non esce la domenica è in mala fede, dato che se si crea l’offerta si genera subito la domanda che risponde molto volentieri.

Non basta quindi dire “liberi tutti!”, ma è anche necessario creare gli strumenti di legge adatti in modo che i negozianti possano assumere giovani ed anche pensionati a costi ragionevoli di chi è alla ricerca di arrotondare o di sostenersi agli studi e così per non affolare solo i centri commerciali, ma rendere più vivi anche i centri storici e le strade dei nostri paesi.

Come sempre la verità sta nel mezzo, ma quello che non accetto è che nel XXI secolo si cerchi ancora di condizionare la vita della gente con motivazioni religiose, mentre non ci si rende conto che lo stare assieme per una famiglia lo si può essere anche andando a zonzo in una libreria aperta la domenica mattina, oppure mangiando un gelato in un centro commerciale dopo un bel film.

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