La Nota Politica dei VentenniGrillo non è antipolitica, ma come la politica dovrebbe tornare ad essere

Le piazze si riempiono, la gente si riversa per strada ed ascolta. Critica, partecipa, condivide o no, ma si entusiasma.                                    Ad attirare cittadini arrabbiati, frustra...

Le piazze si riempiono, la gente si riversa per strada ed ascolta. Critica, partecipa, condivide o no, ma si entusiasma.

Ad attirare cittadini arrabbiati, frustrati e delusi non è l’antipolitica di Grillo, nè la sua sferzante e cinica ironia sulla partitocrazia, bensì la possibilità concreta di poter tornare a contare. Di poter partecipare attivamente, di dire la propria, di mettere al servizio degli altri la propria esperienza e conoscenza.

In un modello di società e di organizzazione politica in cui i cittadini sono supini destinatari delle decisioni del potere ed esclusi dalla partecipazione, fare “rete”, come dice il comico genovese, è l’unico modo per rimediare alla distanza della politica dai bisogni quotidiani della gente.

Un telaio di saperi e capacità, che tutti possano mettere a disposizione degli altri, di cui servirsi per servire, è l’unica via percorribile al vuoto che lasciano i partiti. L’ultima chance per invertire la negazione della democrazia, che il nostro sistema partitico ha contribuito ad irrigidere e consolidare.

La disaffezione della gente da questa classe dirigente è un dato noto. Avanza e aumenta. Si sta strutturando in un credo collettivo, che non fa bene al Paese. L’hanno provocata loro, però. Ci hanno costretto.

Hanno tenuto i cittadini, per anni, lontani dalla partecipazione e dalla possibilità di scelta. Hanno deluso, non hanno mantenuto le promesse, ci hanno gabbato e umiliato. Hanno rubato. La quotidiana attività politica e amministrativa costellata di scandali e ruberie. Hanno dimostrato agli elettori tutti, che avranno difficoltà nel 2013 a tornare alle urne, di essere una classe dirigente mediocre e dannosa.

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La crisi economica ha acuito le mancanze di decenni, ha fatto emergere con violenza il vuoto di idee e la pochezza degli uomini. Ha reso ancora più scettici e increduli a chi, causa del male, voleva proporsi come soluzione.

Poi è arrivata la provocazione di Grillo. E molto è cambiato.

I partiti, consci della instabilità del consenso vacillante su cui poggiavano un tempo la loro forza, hanno cominciato a gridare all’antipolitca e al populismo. Populismo e demagogia, le armi vincenti di cui loro stessi si sono dimostrati gran conoscitori. Una nemesi storica. Sconfitti dal loro vuoto. Dalla loro incosistenza.

La fuga centrifuga dalla politica è un altro dato. Fin troppo noto.

La necessità di politica, invece, nel senso di condivisione e partecipazione, è una tensione immancabile nel cittadino e un bisogno insopprimibile. Abbiamo bisogno di buona politica, di entusiasmarci ancora e di credere.

In questo la forza dei partiti, la cui ideologia, un tempo diventava religione. Credere e persuadere.

Grillo ha intercettato prima degli altri la slavina della frustrazione collettiva. Divenuta oggi valanga. Ha avuto un’idea talmente banale, da sembrare sensazionale perchè disabituati: la gente deve parlare con la gente e dei problemi della gente. Condividere, partecipare, emozionarsi, impegnarsi per ripensare le soluzioni ai nostri problemi. Ed invertire, rovesciando, la logica del potere. Via le oligarchie delle segreterie di partito. Che dicano la propria quelli che hanno idee.

Tratto dal sito del movimento

MoVimento 5 Stelle

Il MoVimento 5 Stelle è una libera associazione di cittadini. Non è un partito politico nè si intende che lo diventi in futuro. Non ideologie di sinistra o di destra, ma idee. Vuole realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità dei cittadini il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi.

E il Movimento 5 stelle, che è tutto fuorchè di Grillo, ha un programma. Chiaro e di pochi punti importanti. Una strategia condivisibile o no, ma ce l’ha. Un programma in “Wiki”, come dice l’ispiratore. Ogni proposta di legge è sottoposta al vaglio e al contributo dei cittadini; ogni esponente controllabile dalla “Rete”.

In Italia, i partiti, negli ultimi vent’anni, si sono identificati in un leader, padrone carismatico e signore assoluto. Il Verbo e la Voce. Tanti piccoli Mussolini, che non hanno mai reso le loro creature democratiche. E che, come ogni impero assoluto che si rispetti, non sono sopravvissuti al loro leader.

L’unico pericolo, anche per il M5S, è questo. Identificarlo con Grillo. Anche se è già oltre.

Basta chiederlo ai partecipanti, che ne hanno fatto nei sondaggi la terza forza del Paese, e che non vogliono essere identificati con quello che definiscono solo uno “Sponsor”. Contano, dicono, le loro idee e le loro battaglie. Chapeau.

I cittadini non gridano all’Antipolitica, ma urlano contro questa politica spregiudicata e deteriore. Vogliono tornare a pensare e fare Politica. Quale, tra i partiti come li abbiamo sempre pensati e le forze conosciute, permette di creare subisto una lista di cittadini candidabili che si vogliono spendere, a forza di idee, per il proprio territorio?

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