Chiariamolo subito. Quella riportata subito sotto è una provocazione, che vuol però suggerire analogie e similitudini tra il voto del 1994 e quello di oggi. Come vent’anni fa, infatti, siamo ad una fase di svolta. Di cambiamento radicale, talmente netto da non poter non essere percepito come brusco, per l’intensità e la velocità con cui sta prendendo forma.
“E l’ha vinta, la sua battaglia, quasi contro tutto e quasi contro tutti: perchè l’ha vinta contro gran parte della stampa, la gran parte dell’informazione radio-televisiva e l’ha vinta anche contro molti che gli consigliavano di non fare questo passo“. (Emilio Fede, 27 marzo 1994)
Non è stata una vittoria. E’ stata un cappotto clamoroso. Un successo, quello del Movimento 5 Stelle, da tutti previsto, ma che è andato oltre le previsioni, le aspettative, le proiezioni.
Un risultato assordante, dalla portata di uno tsunami politico, che imporrà serie riflessioni, domani, ai partiti che ne escono a pezzi, e che non tarderà a provocare conseguenze.
Quando l’onda sale, il mare si ritira e accumula energia, per poi detonare. Allo stesso modo è esploso, in questa tornata di elezioni amministrative, Il Movimento 5 Stelle. Ovunque.
Sono morti, ragazzi, sono morti. Così commentava Beppe Grillo, dal suo profilo facebook, le operazioni di spoglio, che da Alessandria a Caltagirone, certificano l’exploit senza precedenti di un movimento “non partito”, che avanza inarrestabilmente. Ha dato da mangiar polvere a tutte le forze schierate, ha corroso e coagulato voti da destra a sinistra. Non sono identificabili e categorizzabili gli elettori, nè qualificabile il tipo di voto. Di protesta, di opposizione, anti-sistema, anti-casta, propositivo o di rottura?Forse, nessuna di queste categorie è in grado di spiegare la cifra politica del voto di oggi. O forse, tutte insieme, cementate e indistinte tra loro, hanno contribuito alla spinta propulsiva prima dell’esplosione.
Perchè, checchè ne dicano i detrattori e i professionisti della critica demonizzatrice, Grillo ha fatto il botto. Uno spettacolo pirotecnico per occhi increduli e sbigottiti.
Una data storica, spartiacque di quello che c’è stato e quello che ci dovrà essere dopo; che impone e spinge verso la necessità di un ripensamento radicale della politica tradizionale.
Il morto c’è stato e questa volta se ne conosce l’assassino. Non è un Cluedo, ma la realtà che emerge.
I partiti tradizionali, ormai così distanti dagli elettori, sono crollati, abbattuti e inermi, di fronte all’incontenibile ascesa di un Movimento, nato spontaneo tra i cittadini e diffusosi anche grazie alla Rete.
Mentre l’apprezzamento per quest’ultimo cresceva incontenibile, dall’altra si opponeva una politica – liquida, screditata, delegittimata e avversata dai propri elettori – che non è riuscita, non rinnovandosi, ad arginare la propria demolizione.
Gli elettori – lo dicono i dati di tutto il Paese – hanno scelto di non scegliere più i partiti. Hanno votato tutto e tutti, purchè non fossero identificabili con l’assetto politico di ieri. Perchè oggi è già tutto cambiato.
E’ esplosa senza dubbio l’onda di risentimento e di frustrazione, di rabbia incontenibile verso la politica. Prima solo teorizzata, nei sondaggi e nelle parole; con il voto di queste amministrative certificata. A mò di epigrafe.
Con la vittoria del M5S, ci sarà un prima e un dopo. Quello che c’era ieri e che c’è ancora oggi, lo conosciamo tutti e ne stiamo vivendo la lenta e inesorabile agonia. Di quello che ci sarà domani ne possiamo intuire i tratti essenziali, ma ancora non metterlo a fuoco del tutto. La vita politica dovrà cambiare, perchè Grillo e suoi non sembrano volersi arrestare. L’effluvio incontenibile di consensi testimonia come la gente abbia il desiderio insopprimibile di tornare a partecipare e la volontà di organizzare il proprio consenso in una via non convenzionale. Altra e diversa da quella conosciuta. Oltre tutto, vuole tornarne ad essere parte. Parte attiva.
Il voto di oggi brucia per la consapevolezza e la coscienza che porta con sè. Grillo, o per meglio dire il M5S ha archiviato non solo i partiti, come strutture di raccordo e organizzazione, ma ne ha archiviato la modalità di fare politica. Ha vinto perchè ha ripristinato il sano rapporto diretto con gli elettori, di interlocuzione e di confronto. Di partecipazione, di apporto, di supporto.
Quello che avverrà in futuro non è dato saperlo. Parleranno i fatti e la realizzazione delle proposte, comunque premiate dai cittadini.
Stasera si archivia una fase storica. Domani, magari, qualcuno ci rifletterà.