Fermi con le maniSono solo parole

Uno degli ultimi successi radiofonici suona, lasciatemelo dire, un pò ripetitivo, ma ci ricorda che in fondo "sono solo parole". Qualche anno addietro, anche il compianto Nico dei Gabbiani (morto c...

Uno degli ultimi successi radiofonici suona, lasciatemelo dire, un pò ripetitivo, ma ci ricorda che in fondo “sono solo parole“. Qualche anno addietro, anche il compianto Nico dei Gabbiani (morto circa un mese fa) cantava che “non son altro che parole“. Eppure, in questa società dello spettacolo, le immagini e le parole sembrano essere più importanti delle idee, degli uomini e delle azioni.

Le parole possono essere dette, scritte, sussurrate, gridate. A quanto pare, questo ultimo modo, è quello preferito dai politici nostrani.

Durante questa lunga e..faticosa..seconda Repubblica le “urla” hanno preso il sopravvento sulla scena politica: e poco importa che siano state dette da Bossi in riva al Po, dalla Mussolini in qualche programma di varietà o da Di Pietro in parlamento; l’importante è gridare, farsi sentire, sopraffare la voce del contendente..come se a casa non ci fosse il telecomando per alzare il volume.

Bersaglio preferito delle grida è stato fin ora indubbiamente Silvio Berlusconi; per lui e contro di lui hanno gridato tutti: ha gridato addirittura Sandro Bondi che, preso da insolito vigore, ha abbandonato il suo morigerato contegno per difendere l’amico B.

Ma..a conti fatti, questo dispendio di corde vocali cosa ha portato? Perchè i politici si ostinano a gridare? Pensano che gridando il concetto (quando c’è) si comprenda meglio? Non lo so e, ne approfitto, per invitare qualche esperto di comunicazione a dami delucidazioni in merito.

Chi, per natura, è costretto a gridare di più però, è chi sta all’opposizione e, negli ultimi anni, questo ingrato compito è toccato prevalentemente alla coalizione di centrosinistra. Hanno gridato almeno per fermare le azioni di un governo ritenuto poco all’altezza? No..Hanno gridato per far sentire la voce dei più deboli? No..Hanno strepitato prevalentemente per far capire agli italiani che Berlusconi era il male assoluto e che andava, politicamente, eliminato. Quello che di solito si chiama “demonizzazione dell’avversario”.

Risultato: Berlusconi ha regnato per 20 anni e solo un oggetto volante non identificato, noto con il nome di Spread, ed una signora vestita in giallo con accento teutonico sono riusciti a farlo fuori.

Quando è salito Monti al governo ho pensato: “Mbè..avranno imparato la lezione”..invece no! I toni si sono accessi ancor di più; l’unica novità è che l’obiettivo delle invettive è cambiato: da un barzellettiere milanese siamo passati ad un comico genovese. Tutti contro Grillo! D’Alema contro Grillo, Alfano Bersani e Casini (ormai vanno a 3 come i Re Magi) contro Grillo, Vendola contro il parossismo delle farneticazioni capziose e demagogiche di chi blablabla (vabè insomma..anche lui contro Grillo)..risultato..Grillo VINCE!

Dico la verità: il risultato non mi ha sorpreso. Ma non perchè creda particolarmente nel programma del M5S o per scetticismo nei confronti di altri partiti; semplicemente mi sono reso conto che in Italia vince chi è al centro dell’attenzione, nella politica come nei reality. Chi è più discusso, di chi più si parla (anche male), è quello che alla fine la spunta. Tutto questo ha ripercussioni pericolose, sia dal punto di vista sociale e culturale (pensiamo al successo di un Corona qualsiasi amato perchè lo vediamo ogni giorno su qualche canale fare a botte e prendere multe), sia sul versante politico. Le parole, che hanno un loro peso a prescindere da quello che pensa Noemi, dovrebbero essere usate come strumento per spiegare idee, programmi e non per inveire contro un nemico; inoltre l’utilizzo di una parola o di un altra non è un mero fatto formale: è una questione sostanziale.

Spero allora che si abbandoni il recente vocabolario da scaricatore di porto e si torni ad una politica più pacata, più universale e meno personalistica; in una parola: più seria.

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