Entri a Cinecittà, segui il percorso, passi per la scenografia del film Gangs of New York e arrivi al Teatro 10. Uno spazio enorme ma completamente buio, con un grande schermo, è pronto ad ospitare per due giorni (7-8 giugno) Frontiers of Interaction 2012. Tecnologia, innovazione e design sono gli ingredienti di questo appuntamento che permette l’incontro di speaker internazionali con innovatori, maker e ricercatori, startupper e imprenditori. La prima è stata una lunga giornata. Durante la mattina i partecipanti potevano accedere a diversi workshop, nel pomeriggio una serie di eventi condivisi. Prima di tutto un panel presentato da Emil Abirascid, giornalista e fondatore di Startupbusiness, in cui sono state individuate tre storie di successo di start up diventate società ormai conosciute a livello internazionale.
Alcune dichiarazioni possono essere molto utili per chi decide di buttarsi nell’avventura delle start up e ha voglia di realizzare un progetto. Secondo Emil Abirascid bisogna stare attenti a due fenomeni in corso “l’industrializzazione del mondo delle start up e l’internazionalizzazione dell’ecosistema”. Abirascid è stato un precursore incominciando a parlare di start up diversi anni fa, quando non c’era l’attenzione attuale per questo fenomeno, ma come tiene a sottolineare è possibile trovare “molte opportunità in diversi posti del mondo a volte anche insospettabili come il Libano o la Turchia”.
Poi è la volta di Vito Lomele, fondatore di Jobrapido. E’ notizia di questi giorni che la società è stata acquistata per 30 milioni di euro. Nata nel 2006, il sito offre l’opportunità di cercare lavoro in tutto il mondo. Attualmente è possibile in 58 paesi come il Giappone o la Cina e, afferma Lomele, che “il 90% del business è fuori dall’Italia”. Tiene però a sottolineare che l’Italia può essere molto competitiva perché ci sono “prezzi più bassi rispetto ad altri paesi – come l’Inghilterra – e molto interessante perché è un momento di cambiamento molto positivo. Il problema però è che molti talenti non vengono valorizzati”.
Poi un workshop con Luke Williams, professore di innovazione e imprenditoria presso la New York University Stern School of Business, conclusosi con un esercizio per sviluppare la creatività e per creare un network tra i presenti. Intorno a una ventina di tavoli, dieci persone per ogni tavolo hanno avuto la possibilità di inventare e presentare in pochi minuti diverse applicazioni per le scarpe, per esempio inserire un messaggio e utilizzarle come strumento di marketing.