Le FlâneurCari gentiluomini, si ceda il posto alle signore sul bus. Anche alle zotiche e a quelle che ruttano

Cara lettrice, Caro lettore, ricevo, pubblico e rispondo alla missiva spedita da un giovinotto romano. Esimio signor D'Aspromonte Le scrivo perchè mi chiarisca un dubbio. Insieme ad un caro amico s...

Cara lettrice, Caro lettore,
ricevo, pubblico e rispondo alla missiva spedita da un giovinotto romano.

Esimio signor D’Aspromonte
Le scrivo perchè mi chiarisca un dubbio. Insieme ad un caro amico si era sul bus. Presi dallo studio di alcuni articoli del codice civile, non ci siamo resi conto che vicino a noi stazionavano due graziose signorine. D’impeto, sia io che il mio caro amico, ci siamo alzati per cedere il posto alle due grazie, mettendo in pratica gli insegnamenti dei nostri padri. Le due, però, ci sono parse da subito indispettite, tanto che hanno preso a proferir parole inframmezzate da improperi che per correttezza non scrivo in questa missiva. La tesi sostenuta dalla due era la seguente (ho provveduto ad epurarla dalle volgarità, dai coloriti intercalari, ma sopratutto dai tre rutti) “Volete offenderci? Non siamo delle vecchie quindi non ci provate di nuovo altrimenti vi tireremo una papagna.” Sia io che il mio caro amico non abbiamo dato seguito alle parole delle fanciulle, ma in maniera divertita ci siamo accorti che il loro vestiario era povero e volgare come il loro parlare. Ai piedi avevano dei sandali che il mio amico ha classificato come similcalzari. Le gambe erano nude fin quasi all’inguine, il quale era coperto da minuscoli pantaloncini. Indossavano una canottiera con una scritta vistosa che convogliava l’attenzione sulla giunonica e profonda scollatura. Le loro braccia e addirittura il loro collo erano adornati da tatuaggi di nomi e simboli giapponesi. Le loro labbra erano vistosamente marcate da rossetto di color rosso acceso e i loro denti erano bianchi. Se volesse chiedersi come facessimo a scorgere il colore dei loro denti le rispondo che il loro volgare masticare un chewing gum lasciava modo allo sguardo indiscreto di infiltrarsi.
Scesi dal bus, sorridenti e divertiti abbiamo preso a chiacchierare in merito. Il mio amico sosteneva che il compito di un gentiluomo è quello di cedere il posto alle donne. Una nostra gentile e graziosa amica coinvolta nella discussione sosteneva, invece, che le donne hanno voluto la parità dei sessi e quindi possono benissimo rimanere in piedi sui mezzi pubblici. Qual è l’interpretazione corretta?
Con molti ossequi
Alfredo Daniele de’Ponti

Egregio signor de’ Ponti,
ha molte ragioni il suo amico. L’altro giorno ho assistito ad un divertente scambio di battute tra una bimba di 6 anni e il suo papà. Presa dalla sicumera della sua età, la bimba insisteva perchè il padre le concedesse un giro sulla giostra. Al padre titubante lei aveva detto “Papà ho sei anni, non sono più una bambina”. Così come quel padre non considerava quella bimba un’adulta, allo stesso modo deve comportarsi Lei con le donne, compiute o giovani che siano, considerandole non pari agli uomini. Badi bene che non Le sto dicendo che Lei è migliore in quanto uomo, tuttaltro. Le sto facendo notare che le donne, le signorine o le bimbe, sono degli esseri graziosi e delicati. Vanno sempre difese e tutelate. Per far ciò è necessario dotarsi di tutto il tatto e la grazia di cui si dispone. Si ricordi che il compito di un perfetto gentiluomo è scaldare il posto a una signora. Anche quando trattasi evidentemente di due zotiche ruttatrici (qualora qualcuna si senta offesa, lo consideri un complimento alla sua persona) che esercitano il mestiere, come quelle da Lei descritte in maniera avida nella sua missiva.
Piuttosto mi permetta di sottolineare come nella casa chiusa di Belluno che frequentavano i miei sottoposti militari negli anni ’30, le donne, pur svolgendo quel mestiere, avevano cura della loro femminilità. Raccontava sempre il caporal maggiore Antonio Cifonetti (che Iddio lo abbia in Gloria) che mentre la signorina consumava quei pochi minuti di amore con lui, trovava il tempo di non spettinarsi o rovinarsi il trucco. Ah, l’amore mercenario di quei gloriosi anni, che meravigliosa pretesa di sentimenti a buon mercato.

Cordialità
GianMaria D’Aspromonte

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club