Oggi la lettura è cambiata, la moltitudine dei contenuti sul web prodotti dagli utenti e i nuovi dispositivi mobile che permettono di consultarli e condividerli in qualsiasi momento, hanno mutato l’approccio alla parola scritta e alle informazioni di ognuno di noi. Secondo una recente infografica riportata da Il Sole 24 Ore, il tempo in rete è principalmente suddiviso per il 22% sulle reti sociali, il 21% per le ricerche e il 20% per lettura dei contenuti. Tre persone su quattro cercano notizie e news in rete. L’impatto della tecnologia sta modificando il nostro approccio a studio e lettura, variabili che sono mutate nel passaggio dalla carta allo schermo.
- Cambia il rapporto con le informazioni. Le persone vogliono più informazioni, cercano il confronto fra più fonti (siti, blog) ma soprattutto considerano la rete come il primo repositorio di notizie. Le persone chiedono a Google di cercare per loro, spesso ignorando i meccanismi citazionali (link) del ranking, che sottende questo sistema di ricerca. Lettori molto meno affezionati e affiliati di un tempo che cercano un articolo che fa notizia ma il più delle volte specifico, cioè per l’ambito che più gli interessa. Articolo che viene poi digerito dall’utente in diversi modi: con il lancio di un tweet o con una condivisione (carrier dell’informazione) e magari reinterpretandolo in un post originale o meno (arricchire il significato).
- Diminuisce l’attaccamento e l’attenzione. Le persone in rete approcciano la lettura in modo approssimato, la maggior parte delle volte in modo rapido e sfuggevole, viaggiando da un blog all’altro alla ricerca di questa o quella informazione. Chi scrive deve quindi catturare l’attenzione, “stare sul pezzo” con contenuti “freschi” e titoli accattivanti, prestando attenzione a non sacrificare la qualità del testo all’altare delle visite (notiziabilità e velocità di stesura).
- Il senso più utilizzato è la vista. Il “tatto digitale” perde valore e consistenza. La manualità connessa all’uso di tastiere touch è decisamente fredda e automatica. La sensazione tattile della carta è il vero cuore del libro e del giornale da sfogliare. L’olfatto anche, però l’odore inconfondibile di carta e inchiostro è riproducibile da alcune sostanze già in vendita, e addirittura da alcune applicazioni in fase di studio. Quando siamo connessi oppure leggiamo un e-book, utilizziamo soprattutto la vista, lo sviluppo e la moltiplicazione dei contenuti testuali in rete (per supportare posizionamento e creare valore), ha implementato gli sforzi che riponiamo su questo senso. La perdita di attenzione, la volatilità, la fatica che spesso avvertiamo agli occhi, ma anche nell’ascoltare discorsi che non ci interessano, possono essere sintomi di un’eccessiva connessione multicanale.
Come può sopravvivere l’utente e il lettore in rete?
- Riconoscere le informazioni di cui hai bisogno. In questo senso le keywords e i titoli sono ancora importanti per la ricerca su Google, aspettiamo evoluzioni in ottica semantica.
- Creare filtri d’interesse. Come ho sottolineato in un vecchio post, è necessario organizzare i propri contenuti con gli strumenti che la rete ci mette a disposizione come un segnalibri o un Feed RSS, sperando che presto aumentino gli strumenti di “information curation”. E’ utile creare liste di interesse, distinguere tra approfondimento personale e lettura occasionale, in termini di tempo speso nel leggere e documentarsi.
- Andare oltre la semplice condivisione. Se un post ha un bel titolo oppure una bella immagine gli utenti lo condivideranno più facilmente. Una discreta percentuale probabilmente lo fa ancor prima di poter leggere il testo. Proprio per questo l’utente deve necessariamente andare oltre e leggere accuratamente l’articolo.
- Fare delle pause offline. Staccarsi dal mare magnum della rete per riposare, pensare e coltivare relazioni in prima persona non deve mai passare in secondo piano. Per rilassarsi è opportuno prendere fra le mani il vostro giornale o un buon libro e “fermarsi” a leggere, senza fretta, un piacere inestimabile.
- Confrontare testate cartacee con testate online. Se il giornale è progressivamente in via di estinzione, diventando un valore aggiunto della testata, il libro come strumento di studio e di passione rimane e rimarrà simbolo e veicolo e della conoscenza fatta materia, in cima alle preferenze di lettua, soprattutto in una nazione tradizionalista come la nostra. E’ opportuno integrare lettura cartacea e lettura digitale per confrontare, sacrosanto esercizio giornalistico, varie testate e impostazioni sulla medesima notizia ma anche la diversa impostazione di lettura.
Nello specifico, confrontando e-book e libri tradizionali, credo che i libri digitali non sostituiranno i libri cartacei, almeno non nell’immediato. E’ un mercato in ascesa, ma osservando l’attaccamento al cartaceo del popolo italiano e il problema del costo degli e-book, con l’iva alle stelle, credo che la cartà rimarrà ancora per un bel pò dentro le nostre librerie. I libri digitali possono quindi offrire un valore aggiunto, un’esperienza di lettura integrata alla lettura convenzionale, con nuove opzioni, contenuti aggiuntivi o letture sociali, partecipative ma, sottolineo, senza ricorrere a spazi pubblicitari con link o immagini sparsi qua e là.
Personalmente sono alla ricerca di un equilibrio tra lettura e informazione e tra carta e digitale. Rimango affezionato al libro da sfogliare anche se devo, il più delle volte, “forzare” un distacco dalla tecnologia. Più utilizzo computer e dispositivi mobili, più fatico a staccarmi da essi, anche nel tempo libero che solitamente dedicherei alla lettura.