La Fantascienza è adessoEd il penultimo post lo pubblico alle 2 e mezza di notte.

Ed eccoci arrivati vicino alla fine del traguardo, a mezzogiorno di domani finirà questo cazzo di contest. Ed era ora! No vabè a parte gli scherzi, sta per finire. Cosa dirvi? Vi dico che questo b...

Ed eccoci arrivati vicino alla fine del traguardo, a mezzogiorno di domani finirà questo cazzo di contest. Ed era ora!

No vabè a parte gli scherzi, sta per finire. Cosa dirvi? Vi dico che questo blog deve molto, davvero tanto, ad un professore, di nome Giorgio, di cognome Manfrè. Sono sempre stato uno che si è tuffato nella rete per curiosità, attento ad osservare la società che dentro essa si sviluppava. Vedevo di capirci qualcosa, che io proprio non riuscivo a capirmi, a capirvi.

Ma alla fine vince sempre la fiducia. La rete deve essere libera. Siamo noi che la modifichiamo, senza neanche accorgercene. Quindi andiamo a prendere quei software, quella roba che piace tanto ai cultori della cultura bassa. Eleviamoci e combattiamo l’intorbidimento.

Impariamo a stare da soli, a godere del silenzio. Usiamo le dita per sfogliare un libro e diosanto leggiamolo. Prendiamo dei libri grandi, da cinquecento pagine in su. E non fate quelle facce, i libri bisogna saperli scegliere. La verità è che tutti cercano tutto sulla rete, ma solo pochi cercano dei libri. E gli e-book io proprio non li capisco, non si offendavano gli alberi, ma ame piacere sfogliare pagine di carta, sentirne l’odore.

Voglio tuffarmi in un mondo, far lavorare la mente e immaginare luoghi. Posso renderli esattamente come dico io. Scegliere la fotografia, le inquadrature, gli attori, i paesaggi. Ammiro come le parole si muovono fluide nella mia lettura, osservo come lo scrittore sappia rendere un testo anche musicale. I libri migliori sono quelli che puoi anche cantare.

Concediamoci due ore per vedere un film, uno di quelli che non ti svuota la mente, te la riempie di belle cose. Non scambiate le scariche di adrenalina per emozioni. Questo lo dice il prof Manfrè, quello che ci ha detto “no, a lezione non potete venire con il portatile, dovete imparare a concentrarvi, voi lavorate sempre in multitasking”. Mi ha fatto ricordare come ogni cosa vada vissuta in profondità. Si vabè pare che vi stia raccontando l’attimo fuggente, ma vi giuro che è stata una cosa del genere.

Torniamo a guardarci in faccia, ma quella vera, tocchiamoci. E non fraintendete, si vabè anche quello.

Concludo citando un grande scrittore, uno di quelli che mi hanno schiantato. Ho letto due suoi libri. Erano veloci, una scrittura unica ed iper-stellare, sapeva catturare la vita. E credetemi voi che leggete, è una cosa impossibile. Lui l’ha resa possibile. Questo scrittore é Pier Vittorio Tondelli, e questo è un estratto di “Altri libertini”, amatelo anche voi.

“Bando a isterismi, depressioni scoglionature e smaronamenti. Cercatevi il vostro odore eppoi ci saran fortune e buoni fulmini sulla strada. Non ha importanza alcuna se sarà di sabbia del deserto o di montagne rocciose, fossanche quello dell’incenso giù nell’India o quello un pò più forte, tibetano o nepalese. No, sarà pure l’odore dell’arcobaleno e del pentolino pieno d’ori, degli aquiloni bimbi miei, degli uccelletti, dei boschi verdi con in mezzo ruscelletti gai e cinguettanti, delle giungle, sarà l’odore delle paludi, dei canneti, dei venti sui ghiacciai, saranno gli odori delle bettole di Marrakesh o delle fumerie di Istanbul, ah buoni davvero buoni odori in verità, ma saran pur sempre i vostri odori e allora via, alla faccia di tutti avanti! Col naso in aria fiutata il vento, strapazzate le nubi all’orizzonte, forza, è ora di partire, forza tutti insieme incontro all’avventura.”

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