Una settimana senza internet. Sì, mi è capitato di tutto. Ho un vecchio collegamento con ADSL che, per uno sbalzo di tensione, è impazzito e secondo il gestore del servizio “non c’è più niente da fare”. Avevo dimenticato di ricaricare l’Internet Key e quindi ho dovuto aspettare 24 ore per riattivarla. Infine mi hanno bloccato internet sul cellulare. Non avere accesso a internet di questi tempi è impensabile e, se da una parte mi assumo la responsabilità di essere distratta, dall’altra mi chiedo perché ancora non esiste una rete wireless veloce e gratuita.
Se parliamo di innovazione, forse questo dovrebbe essere uno dei primi passi da compiere e in tempi rapidi. Raccontando le mie “disavventure” ad un’amica giapponese rimane stupita e mi spiega che in Giappone c’è una diffusa rete in fibre ottiche. Un progetto che in Italia sembra lontano dal realizzarsi per problemi legati ad investimenti troppo onerosi, con ripercussioni sui costi degli abbonamenti per i clienti, e per le nuove possibilità offerte dai cellulari.
E infatti c’è una discrepanza tra ciò che si può fare con i cellulari e le difficoltà di accesso a internet con un computer. Mi viene in mente che in un albergo di Milano mi hanno chiesto 12 euro al giorno per avere l’accesso wi-fi dalla camera e, se voglio bere, posso aprire il minibar e acquistare una bottiglietta di acqua alla modica cifra di 2 euro e 50. In Cina, puoi collegarti a internet gratuitamente, sul comodino trovi due bottigliette di acqua e un bollitore accompagnato da una ventina di bustine di diversi gusti nel caso decidessi di prepararti una tazza di tè.