Il marchese del GrilloIl Movimento 5 Stelle: “No all’autostrada Cispadana, diamo quei soldi ai terremotati”

L’Emilia Romagna è una regione ferita. Il terremoto ha lasciato il segno: intere famiglie senza una casa, centri storici inaccessibili. Una fortuna, però: uno dei capitali sociali più alti d’Italia...

L’Emilia Romagna è una regione ferita. Il terremoto ha lasciato il segno: intere famiglie senza una casa, centri storici inaccessibili. Una fortuna, però: uno dei capitali sociali più alti d’Italia. Gli Emiliani sono gente operosa, la voglia di riprendere al più presto le attività interrotte. Niente di meglio per uscire dalla tempesta. Sulle cause del sisma, ancora mistero. La scienza non dà risposte, la possibilità di prevenire è minima.

Da quelle parti il Movimento Cinque Stelle ha fatto il pieno alle ultime elezioni, due città da amministrare: Comacchio e Parma. Le attese sono alte, non ci si può sottrarre dal proprio contributo. Il passaggio dalla protesta alla proposta si vede in queste situazioni.

La prima reazione dopo il sisma del 29 maggio è quella di chi vuol vederci chiaro. Sul blog di Grillo campeggia un post d’accusa, la colpa potrebbe essere del fracking, un’attività vietata in più Paesi, Francia e Bulgaria su tutti. Ma anche in Inghilterra, dove la pratica è stata inizialmente applaudita come rivoluzionaria, si sta facendo marcia indietro. Il fracking consiste nell’immissione nel terreno di un cocktail chimico ad alta pressione con cui vengono causati micro terremoti. La roccia porosa viene fratturata, il gas contenuto nei pori della roccia viene sprigionato e poi catturato per essere commercializzato.
Anche il Consigliere Comunale di Bologna, la grillina Federica Salsi, ha cercato di capirci di più. Il risultato è stata una mezza figuraccia rimbalzata per la rete. Colpevole un macabro burlone, tal Federico D’Agata. D’Agata si è presentato come ex membro del fantomatico Progetto Terratron, un programma di trivellazione bassiale, nato allo scopo di creare un tunnel che attraversasse la terra da parte a parte. Nel nucleo terrestre ci sarebbe dovuto essere il Syncrotron, un generatore d’impulsi globali che sarebbe stato la causa del terremoto in Emilia. La solerte Consigliera, presa da un moto di zelo, ha promesso di chiedere delucidazioni. «In quel momento arrivavano decine di segnalazioni, non immaginavo che stesse riportando tutto su Facebook», ha affermato intervistata da Linkiesta. E chiude il caso con una battuta ironica: «Da giovane ho letto Viaggio al Centro della Terra di Jules Verne e l’ho trovato divertente».

«A Bologna abbiamo appena approvato il bilancio», continua Salsi «Siamo riusciti a destinare maggiori risorse alla messa in sicurezza degli edifici. I terremoti non si possono prevenire ma con la scusa che l’Emilia non fosse una zona a rischio sismico c’è stata una discrasia con le normative di sicurezza».
Anche in Regione l’attività del Movimento 5 Stelle si è fatta sentire. I Consiglieri, Giovanni Favia e Andrea Defranceschi, hanno presentato due interrogazioni che verranno discusse nel mese di luglio: nella prima si chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla ricerca e lo studio delle cause del terremoto. Nell’altra, invece, la richiesta è più specifica: chi si fa carico delle spese di demolizione degli edifici privati. Se i proprietari delle abitazioni, una beffa oltre il danno di aver perso la casa, o la Regione. Le risposte arriveranno non prima della fine di luglio, il tempo tecnico previsto dalla legge.

«Da molto tempo stiamo lavorando su un progetto di messa in sicurezza degli edifici scolastici», dichiara Alessandro Marchi, addetto stampa del Movimento 5 Stelle dell’Emila Romagna. Solo il 18% delle scuole è a norma. Stando ai documenti della Regione 33 sono stati costruiti prima dell’Ottocento, 69 nell’Ottocento, 861 prima del 1960 e 725 dal 1960 in poi: tutti senza un’adeguata certificazione antisismica.
Non manca la stoccata ai partiti: «In Consiglio Regionale abbiamo chiesto che venisse devoluta la tranche di rimborsi elettorali del 2011 alle popolazioni terremotate. Solo noi e la Lega abbiamo votato contro, tutti gli altri ci hanno risposto che non sono questioni da discutere in quella sede», continua Marchi.

A Modena lo sciame sismico si è parzialmente fermato: la quiete dopo la tempesta. Il Movimento 5 Stelle ha organizzato diverse squadre che, in collaborazione con la Protezione Civile, eseguono turni di sorveglianza a Carpi e a Concordia (Mo). Anche a Sant’Antonio in Mercadello i volontari grillini intrattengono i bambini, aiutano al punto informazione e gestiscono la raccolta differenziata dei rifiuti.
«Abbiamo raccolto 83 mila euro attraverso il nostro conto solidale», afferma il responsabile del Movimento 5 Stelle Modena, Michele Dell’Orco. «Per decidere della destinazione di questi fondi, apriremo un sondaggio in rete e faremo in modo che ci sia il massimo di trasparenza e di tracciabilità: vogliamo essere sicuri che i soldi dei nostri donatori vengano destinati ad azioni concrete». E sul rischio sciacallaggio: «Insieme alla Protezione Civile, i nostri volontari pattugliano la zona rossa e chiedono i documenti di chi vi vuole accedere».
L’ultima richiesta del Movimento 5 Stelle è che la Regione devolva i soldi della costruzione dell’autostrada Cispadana alle popolazioni terremotate: un totale di 180 milioni di euro. Sempre in bilico tra sogno e provocazione. 

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