Saranno finite le Desperate Housewives, sarà terminata da tempo l’era di Sex and the City, ma la golden age del gentil sesso in TV continua. Alla grande. Non donne oggetto, o per lo meno non solo. Donne descritte nella loro complessità: carrieriste o squattrinate, ciniche o sognatrici, romantiche o “serpi”, magre o …. (no, questo no, sempre magre – ma di questo ne avevamo già parlato). Insomma donne.
La fine della stagione primaverile e l’inizio di quella estiva (americana) sono state all’insegna del riscatto del gentil sesso. I due prodotti estivi di cui si parla maggiormente (fatta eccezione per il remake di Dallas e l’attesissimo The Newsroom) sono la produzione fantascientifica canadese Continuum con la bella Rachel Nichols nei panni della protagonista e il drama targato ABC Family, Bunheads, che riporta in auge i “dialoghi a manetta” delle Gilmor Girls (Una mamma per amica).
Le chicche televisive di fine stagione, invece, erano state Veep (strepitosa comedy HBO sui retroscena politici e personali di Salina, vicepresidente degli States) e Girls, sempre di casa HBO, una delle serie che ha fatto parlare maggiormente di sé.
Ma quello “in rosa” è un filone dalle radici solide: inaugurato da Sex and the City, continuato – in maniera assolutamente degna – dalle casalinghe disperate, oggi smistatosi in una serie di (chi più o chi meno) interessanti prodotti: GCB (poco compreso, peccato), Once Upon a Time, Revenge, 2 Broke Girls, Smash, Ringer, Apt 23 (anche se qui la vera rivelazione è un lui, James Van Der Beek – sì, sì, proprio lui, Dawson – nei panni di se stesso), New Girl, Scandal, solo per citarne alcune tra quelle nate nell’ultima annata.
La vita è un telefilm, recita il titolo di un libro dei colleghi Leo Damerini e Chiara Poli. E per la maggior parte del tempo è vero. Peccato che, nella nostra società, questo riscatto al femminile sia solo finzione televisiva. Per ora, almeno.