■ Chi è Luca Sofri?
Ultima intervista per la serie Intervistato Journalism Festival direttamente dal Festival del giornalismo di Perugia, dove abbiamo avuto il piacere di intervistare Luca Sofri, giornalista italiano fondatore de Il Post.
Per prima cosa abbiamo chiesto a Luca Sofri quale sia al momento la situazione per quanto riguarda l’integrazione tra giornalismo tradizionale e nuovi media. Nonostante non sia chiarissima al momento la direzione, e i modi, in cui questa strada potrà essere percorsa un punto fermo, come ci dice Sofri, è stato percepito, anche se non da tutti ancora, ed è l’enorme potenziale di mercato, di modi di raggiungere potenziali lettori attraverso i social network.
Oggi, continua, strumenti come i social network o Google posseggono un potenziale di gran lunga maggiore rispetto a quello che gli stessi siti di informazione hanno di attrarre lettori a sé. La maggior parte degli utenti non vanno su quei siti perché gli interessano quei siti nello specifico, ma vengo raggiunti dai loro contenuti durante la navigazione su Google appunto, o sui social network mentre fanno altro.
Parlando di Citizen Journalism invece Luca pensa sia una definizione semplificata creata dai media, come in molti altri casi, per semplificare e rendere più comprensibile la cosa ma finendo per rendere vaga e generica una cosa che in realtà è inafferrabile, perché dentro il Citizen Journalism ormai si tende a metter dentro qualunque cosa, anche quelle che in alcuni casi sono semplicemente “testimonianza”.
Calzante è l’esempio che fa a proposito della segnalazione di un terremoto: ” quando io leggo su twitter che qualcuno ha segnalato che c’è stato un terremoto, il fatto che quel qualcuno lo abbia segnalato non è citizen journalism, ma la testimonianza che c’è stato un terremoto” e ancora “il semplice fatto che tu ti trovi davanti a qualcosa che sta succedendo e lo riprendi con la tua telecamera non è citizen journalism, sei stato bravo, avevi una telecamera. Hai semplicemente registrato il racconto di quello che stava succedendo e quello permetterà di diffonderlo, ma il giornalismo è altra cosa”. Come spiega Sofri il giornalista può partire dalla semplice “comunicazione” di un evento che gli viene riferita, ma poi la stessa deve venire elaborata, verificata e trasformata in notizia.
Con Luca Sofri abbiamo poi parlato di nuovi modelli, vedi quello dell’Huffington Post (che sta per arrivare anche in Italia) su tutti. Luca a proposito di Huffington ci dice che il modello in questione è difficilissimo da seguire perché necessita di spalle larghe, grandi investimenti di partenza e un grande know out, ma ne sottolinea la loro bravura, a fronte di grandi investimenti, nell’esser stati capaci di cavalcare tutte le varie potenzialità che la rete metteva a disposizione aggregandole in grande calderone che certamente dal punto di vista quantitativo poi finisce per portare gioco forza grandi numeri.
Tra gli altri temi che abbiamo affrontato con Sofri ci sono poi i nuovi modelli di business nel mercato italiano (confrontandoli con quello che già succede all’estero), l’online vs. il cartaceo, cosa pubblicato sulla carta e cosa su web, grande dilemma dei media nostrani ma non solo. Insomma, tanta carne al fuoco su nuovi media, futuro dell’informazione e relativi modelli di business, ma anche cultura del lettore.
Naturalmente invito tutti a visionare l’intervista, molto ricca di spunti e riflessioni. Buona visione!