“Ci aspettiamo molto”. E’ lapidario, Sergio Marchionne, nell’ipotizzare l’avvenire sportivo della Juventus. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il manager non entra nel merito del calciomercato (“dare consigli sarebbe un errore”) ma ricorda l’impegno della Fiat a supporto del club. “A noi spetta appoggiare la Juventus da vicino. Come sponsor col marchio Jeep l’abbiamo sposata come una squadra di cuore e di portafoglio”.
Dice bene, l’a.d. italocanadese. Perchè dal primo luglio Fiat S.p.A. diventerà unico sponsor di maglia della Juventus, con il marchio Jeep stampato sulle divise per tutte le competizioni. L’accordo triennale porta 35 milioni di euro nelle casse bianconere, più la fornitura di un parco auto per squadra e staff. Ovviamente la scelta di Jeep non è casuale e i dirigenti del Lingotto non ci hanno pensato due volte a preferirla ad Alfa e Lancia. Il brand americano, controllato da Fiat nel gruppo Chrysler, sta facendo passi da gigante quaggiù e Oltreoceano, confermandosi elemento trainante in un mercato auto sempre più asfittico.
A maggio le vendite Jeep negli Stati Uniti sono cresciute del 24% segnando il miglior maggio degli ultimi dodici anni e il venticinquesimo mese consecutivo di aumenti vendite. Meglio pure di Dodge, altro gioiello del portafoglio Chrysler, che nel mese scorso ha immatricolato il 14% in più. I modelli più forti, pure in Canada, sono Jeep Liberty e Jeep Wrangler. In Italia, ad aprile, mente Fiat vedeva scendere le immatricolazioni del 10,9%, Jeep esultava con un exploit (+31,9%) nelle stesse ore in cui veniva annunciato l’accordo con il club bianconero.
D’altronde l’affare si preannuncia gustoso per entrambe le aziende. I milioni di Fiat servono per foraggiare il mercato della Juventus che, nell’ottica del Lingotto, è chiamata a spiccare il grande salto anche in Europa dove il gruppo industriale avrebbe bisogno di rilanciarsi un po’. Magari con Panda e le sorelle tricolori, parenti della più bella (e costosa) Jeep americana.