La Grecia, e con lei l’Europa, attendono i risultati definitivi della tornata elettorale di oggi. Se le prime proiezioni sono confermate, Nea Demokratia è il primo partito e batte, di misura, SYRIZA, che pure prende un sacco di voti. Con questi risultati, con il premio di maggioranza e il PASOK smanioso di presentarsi forza responsabile – dopo anni di irresponsabilità a diversi livelli – si va verso un governo, con l’eventuale appoggio di altri esterni.
Sembra un percorso non scontato, ma sicuramente obbligato per tenere la Grecia nell’euro. Perché le forze che creerebbero questo governo si espresse a favore della linea di rispetto del memorandum, delle misure di austerità etc etc. Pur con spazi di rinegoziazione per dare aria all’economia greca, al collasso.
Beh, scusate, ma questo post parla d’altro. I momenti più interessanti verranno più in là nel vedere come si svilupperanno le cose, che vita avrà questo governo Samaràs, etc. E’ solo che in questo momento, di elezioni, bisognava parlare.
Nei miei giri ad Atene, ho avuto occasione di incontrare Maria Kotsiri, che ogni pomeriggio si siede verso il lato con le case del viale Dionisiou Aeropagitou, quello che costeggia l’Acropoli, e suona delle incredibili canzoni della tradizione popolare greca. Alla mia ignorante domanda se lei suonasse anche Rebetika, ha storto il naso e mi ha detto che si annoia con quello, trova più belle le nissiotika tragoudia, canzoni delle isole.
Questa è una cosa da cui la Grecia dovrebbe trovare il modo di ripartire, o che la Grecia prima, l’Europa poi, dovrebbero trovare il modo di valorizzare. Ci sono innumerevoli canzoni che non sono conosciute, o che si stanno perdendo. Spero fortemente che un modo si trovi: la canzone, per me, è davvero bella.
Qui sotto il video che ho girato ad Atene: