Schola, magistra vitaePrecari ad oltranza: entro l’estate arrivano i concorsi

Per governare la scuola, dice il ministro Profumo, ci vogliono dei concorsi. Concorsi, si badi bene che consentiranno ai precari di entrare in ruolo, se li supereranno. E così siam passati dalla p...

Per governare la scuola, dice il ministro Profumo, ci vogliono dei concorsi. Concorsi, si badi bene che consentiranno ai precari di entrare in ruolo, se li supereranno. E così siam passati dalla padella alla brace, dunque se per avere un posto oltre all’abilitazione (necessaria e scontata ormai la sua esistenza) l’insegnante deve superare anche un altro esame di stato, ossia il concorso.
Il ministro ne prevede due all’anno a partire dall’autunno 2013 e fino al 2015, quando subentrerà un altro sistema di arruolamento ma per come ce lo presenta Profumo, il concorso sembra un’ennesima abilitazione: test a risposta multipla, compito della materia di competenza e la simulazione di una lezione, moderna, precisa il ministro.

A me che ho vissuto per ben due anni il tormento della SSIS, selezione in entrata con due esami scritti per entrare con, lezioni ed esami all’università con tanto di firma presenze, tirocinio frontale nei laboratori e nelle aule con gli studenti, e un esame di stato scritto e orale in uscita con la presentazione di una tesina avente come tema l’argomento di una lezione scolastica, ecco a me, dicevo, il concorso pare una baggianata. Quasi quasi mi fa ridere! So che toccherà anche a me la pena della preparazione di un concorso dimenandomi tra libri, test, lezioni a scuola e pappine per la mia nascitura. Ma sarà uno sforzo necessario se vorrò continuare questo lavoro. Una conditio sine qua non, insomma. Nella speranza che poi il concorso sia vinto, superato e si possa entrare in ruolo.
Io nelle graduatorie ad esaurimento ci sto da pochi anni tutto sommato e mi prendo le conseguenze di un lavoro che ho raggiunto dopo un lungo e trafficato percorso. Ma per chi ha già superato il concorso del ‘99 e su questa strada ci sta da parecchi anni, mi dica signor ministro “che non doveva cambiare nulla”, comeb glielo spieghiamo che, il MIUR in questi anni non avendo immesso in ruolo per questioni finanziarie o per capricci politici i docenti a cui spettava tutto ciò, dovranno rifare un concorso già vinto tredici anni fa??

Se vuole governare il sistema, come dice in un’intervista a La Stampa, immetta in ruolo quanti rientrerebbero nel piano triennale del 2011, ultimo atto di generosità del ministro Gelmini, o meglio, tappi tutti i buchi possibili dando stabilità lavorativa ai precari e alle scuole. Così saranno contenti anche gli alunni e i genitori, non solo i prof!

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