Intervistato.comSandro Ruotolo su Intervistato.com #ijf12

■ Chi è Sandro Ruotolo? Un'altra intervista della serie Intervistato Journalism Festival, direttamente da Perugia, è con Sandro Ruotolo, noto giornalista italiano e parte della trasmissione Serviz...

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■ Chi è Sandro Ruotolo?

Un’altra intervista della serie Intervistato Journalism Festival, direttamente da Perugia, è con Sandro Ruotolo, noto giornalista italiano e parte della trasmissione Servizio Pubblico.

Si definisce come un giornalista che lavora nella televisione, e non come un presentatore. Abbiamo chiesto in quale modo la trasmissione Servizio Pubblico possa evolvere, anche considerando la sua genesi. A suo avviso si è trattato di un’esperienza straordinaria, ha aperto la strada del presente-futuro, che è quella della multipiattaforma, della rete, del satellite e delle televisioni locali. Non è più possibile tornare indietro, specialmente perché tutto quel che è stato fatto è avvenuto in momento di grave crisi economica e in un contesto politico estremamente labile, quello della transizione dal Berlusconismo ai tecnici di Monti.

Ruotolo afferma di essere più che soddisfatto del risultato, sono riusciti non solo a tenere il pareggio di bilancio, ma addirittura hanno speso una minima parte dei soldi raccolti dalle 100.000 persone che hanno sottoscritto almeno 10 euro per poter vedere il programma. La strada è stata aperta, ora bisognerà svilupparla.

Un’altra domanda che abbiamo fatto riguarda le affermazioni del Ministro Severino, relativamente alla necessità di porre più controllo alla rete. Secondo Ruotolo la sperimentazione in diretta che è stata fatta sta portando dei frutti interessanti. La rete non può e non deve essere controllata: basta pensare ai recenti esempi di mobilitazioni organizzate online, da quella di Roma a cui hanno partecipato 50.000 ciclisti (con l’hashtag salvaiciclisti), a quella di Montichiari controla vivisezione. Si tratta di un punto di democrazia diretta e di confronto, che un tentativo di regolamentazione non potrebbe che danneggiare.

Certamente, le leggi italiane andranno applicate anche alla rete, ma censurare sarebbe un colpo mortale all’articolo 21 della Costituzione. In molti hanno fatto battaglia contro la censura ai tempi dell’editto bulgaro, e nel caso ci fossero nuovi tentativi di mettere al bavaglio alla rete, tornerebbero senza dubbio a combattere.

Naturalmente invito tutti a visionare l’intervista, molto ricca di spunti e riflessioni. Buona visione!

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