George Soros, il gran Mogol della finanza mondiale, non ha bisogno di presentazioni. Quando si muove per il globo e rilascia interviste, colpisce per i modi imperiosi attraverso i quali parla ai leader politici. Il volto dell’investitore di origini ungheresi è la maschera del mercato che parla a voce alta, lanciando messaggi alla Politica.
Alcuni lo apprezzano, altri no; oggi, 25 giugno 2012, però, ciò che la gente pensa di lui passa in secondo piano, perché ieri a Londra “Lui in persona” ha esternato in vista del vertice europeo del 28-29 prossimi.
Il fallimento del 25° vertice dallo scoppio della crisi, che nella mente di Soros equivale alla mancanza di misure drastiche, potrebbe significare la fine della moneta unica. Con la sua esperienza egli è in grado di farsi un’idea specifica di ciò che i leader europei stiano combinando dietro le quinte e, una volta capita l’antifona, il miliardario simbolo del mercato ha fatto suonare il campanello d’allarme.
Quali sarebbero in concreto le misure drastiche suggerite da Soros? I policy maker dovrebbero creare una Agenzia europea per l’acquisto di debito sovrano dei Paesi in regola con i piani di aggiustamento dei conti pubblici. Una sorta di fondo salva-Stati riveduto e corretto, che si finanzia (a costi contenuti) attraverso l’emissione di obbligazioni garantite da tutti gli Stati membri. La proposta coincide sostanzialmente con quella di Mario Monti, bocciata dalla Bundesbank, per un piano blocca-spread con i fondi Efsf. Il fatto che il proponente sia uno dei “cattivi” di Wall Steet, e non il Primo ministro di un paese sotto pressione, ci dice due cose: a) il mercato è poco disposto a concedere altro tempo ai leader europei, per l’implementazione del progetto di integrazione (politica, economica, del sistema bancario, etc.); b) è più che fondata la tesi del Prof. Luigi Zingales, secondo cui gli acquisti del debito sovrano con i fondi europei servono sostanzialmente a limitare le perdite degli investitori esteri.
Vero è che l’hedge fund Quantum, dopo aver registrato un guadagno medio del 20% negli ultimi quarant’anni, nel 2011 ha liquidato le quote dei clienti “esterni” alla famiglia Soros. Ma il colosso della finanza parla per conto della categoria e, tra le righe, ripete questo concetto: “l’uovo sodo” europeo si è trasformato in un piatto complicato e indigesto. Pertanto, cari leader europei, date la possibilità agli investitori professionali di disinvestire senza tirare le cuoia. In questo modo potreste anche ridurre indirettamente il costo del debito dei paesi in difficoltà e comprare tempo per realizzare l’unione politica.
E’ una proposta nauseante? Dipende dai punti di vista. E’ un’idea che difficilmente sarà raccolta da un summit destinato ben che vada ad abbozzare la road map per l’uscita dalla crisi “infinita”, senza caratterizzarsi per novità rivoluzionarie.
25 Giugno 2012